Un nuovo attore si aggira sui cieli dell'Ucraina, ma non è un semplice drone telecomandato. È stato definito un "predatore digitale", una macchina che non si limita a seguire coordinate preimpostate, ma che osserva, elabora e decide in totale autonomia. A lanciare l'allarme è stato il maggior generale ucraino Vladyslav Klochkov, dopo l'intercettazione di un drone, identificato come MS001, nella regione di Sumy nel giugno 2025. Un evento che, secondo le sue parole, segna un punto di svolta nel concetto stesso di guerra moderna.
Il cuore pulsante di questo cacciatore autonomo è un mini-supercomputer, capace di eseguire fino a 67 trilioni di operazioni al secondo. Questa straordinaria potenza di calcolo permette al drone di processare in tempo reale un'enorme quantità di dati provenienti dai suoi sensori, come le immagini termiche per le operazioni notturne, e di applicare una logica di riconoscimento degli oggetti per identificare e dare priorità ai bersagli. Tutto questo avviene a bordo, senza alcun input esterno, rendendo il drone immune alle contromisure elettroniche e ai tentativi di disturbo del segnale GPS. Si è vociferato che si trattasse del Jetson Orin di NVIDIA, ma la società ha prontamente replicato dicendo che tale modello, sebbene di fascia consumer, non è venduto in Russia.
Disquisizioni a parte, l'analisi del velivolo abbattuto ha rivelato una suite di componenti pensati per l'autonomia in combattimento. Oltre al già citato modulo, è equipaggiato con un sistema di navigazione GPS Nasir con un'antenna CRPA, che lo protegge dagli inganni elettronici, e chip FPGA (field-programmable gate array) che consentono di adattarne la logica operativa in base alla missione. Non è progettato per agire da solo; la sua vera forza risiede nella capacità di operare in sciami coordinati, condividendo informazioni con altre unità e adattando dinamicamente le rotte per massimizzare l'efficacia dell'attacco.
Questa innovazione tecnologica si inserisce in un cambiamento strategico più ampio da parte della Russia, che dall'inizio del 2024 ha spostato il focus dei suoi attacchi con droni dal supporto tattico in prima linea a missioni di interdizione in profondità, colpendo infrastrutture energetiche e logistiche lontane dal fronte. Mentre l'Occidente continua a sviluppare e testare sistemi simili, come i droni kamikaze di Anduril negli Stati Uniti, la Russia li sta già impiegando sul campo.