La Russia usa un’arma laser cinese contro droni ucraini: è la prima volta

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HDblog.it Jun 04, 2025 · 2 mins read
La Russia usa un’arma laser cinese contro droni ucraini: è la prima volta
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Anche la guerra tra Russia e Ucraina ha visto il debutto sul campo di un’arma laser cinese utilizzata da Mosca per contrastare gli attacchi con droni, in modo molto simile a quanto fatto in precedenza dall'esercito israeliano al confine con il Libano. A mostrare l’evento è un video diffuso tramite canali Telegram legati all’esercito russo, nel quale si vede un’unità operativa impiegare un sistema laser montato su un veicolo militare per abbattere velivoli senza pilota ucraini.

L’arma, secondo varie fonti militari russe, sarebbe un sistema di difesa laser a bassa quota noto come Low-Altitude Laser Defending System (LASS), già in uso alle forze di polizia cinesi. Il video, visibile tramite l'applicazione, mostra l’efficacia del dispositivo in una sequenza che inizia con una dimostrazione tecnica: una piastra metallica viene perforata in più punti, presumibilmente dai raggi laser. Successivamente, si vedono due droni colpiti mentre prendono fuoco e cadono al suolo. Le immagini finali mostrano i resti carbonizzati dei dispositivi abbattuti.

Questa sarebbe la prima documentazione visiva dell’uso operativo di un’arma laser cinese da parte della Russia, sebbene non ci sia certezza che mezzi simili siano già stati utilizzati. Non sono stati forniti dettagli ufficiali sulla quantità di sistemi consegnati da Pechino né sulle zone in cui sono stati distribuiti. Tuttavia, secondo l’analisi del sito specializzato The War Zone, il sistema utilizzato somiglia molto allo Shen Nung (o Shennong), lo stesso che la Cina avrebbe già fornito all’Iran in passato.

La Cina, da anni, investe nello sviluppo di armamenti laser con applicazioni che vanno ben oltre l’intercettazione di droni. Questi dispositivi sono concepiti anche per danneggiare missili, apparecchiature di sorveglianza e persino satelliti. Nel 2024, una nave da sbarco della Marina cinese era stata vista equipaggiata con un’arma simile, segnando una prima applicazione navale di questa tecnologia.

Tra i Paesi attivi in questo ambito figurano anche Regno Unito, Stati Uniti, Israele e India. Londra, ad esempio, sta lavorando a un sistema chiamato DragonFire, destinato a contrastare le minacce aeree, che potrebbe entrare in servizio entro il 2027. Come detto inizialmente, Israele ha già impiegato con successo sistemi laser ad alta potenza in operazioni reali, diventando il primo Stato a farne uso in uno scenario operativo confermato.

L’impiego delle armi laser sarà sempre più parte integrante delle tattiche belliche poiché rappresenta una soluzione economica ed efficiente contro i droni, ormai onnipresenti nei conflitti moderni. Una volta installato e alimentato adeguatamente, un sistema laser può colpire con precisione molteplici obiettivi senza i costi elevati associati a missili o munizioni convenzionali.

Nel frattempo, l’Ucraina ha portato avanti una delle sue offensive più significative con droni, denominata “Operazione Ragnatela”, colpendo numerosi aeroporti militari all’interno del territorio russo. L’attacco, che secondo i servizi segreti ucraini ha danneggiato oltre 40 velivoli, tra cui bombardieri strategici Tu-95 e Tu-22 M3, oltre a un radar volante A-50, avrebbe causato danni stimati attorno ai 6,5 miliardi di euro.