Alphabet, la società madre di Google, ha superato per la prima volta nella sua storia la soglia dei 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Il traguardo, raggiunto lunedì, è una diretta conseguenza della reazione positiva degli investitori a una recente sentenza nel processo antitrust sul monopolio di Google nel settore della ricerca.
Il 2 settembre, infatti, il giudice federale Amit P. Mehta ha imposto a Google delle sanzioni considerate più lievi del previsto, pur avendo stabilito un anno fa che l'azienda deteneva un monopolio illegale. La decisione del giudice ha soprattutto scongiurato lo scenario peggiore per l'azienda: la vendita forzata del browser Chrome, una delle misure più severe richieste dal Dipartimento di Giustizia statunitense. L'eliminazione di questo rischio ha spinto al rialzo il titolo in borsa, premiando la società.
Oltre alla solidità del suo business legato alla ricerca, la crescita di Alphabet è sostenuta dalla rapida espansione della sua divisione cloud, a sua volta trainata dalla forte domanda per la sua offerta di intelligenza artificiale.
Con questo risultato, Alphabet entra nell'esclusivo club dei tremila miliardi, affiancando altri colossi tecnologici come Nvidia (4.300 miliardi), Microsoft (3.800 miliardi) e Apple (3.500 miliardi). Al quinto posto si trova Amazon, con una capitalizzazione di mercato di 2.500 miliardi di dollari.
La sentenza favorevole nel processo antitrust ha quindi rimosso una grande incertezza dal futuro di Google, consolidando la sua posizione tra le aziende di maggior valore al mondo e permettendo agli investitori di concentrarsi nuovamente sui solidi fondamentali di crescita dell'azienda.
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