La Turchia svela lo scudo anti-drone: un passo verso la protezione totale

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HDblog.it Aug 29, 2025 · 2 mins read
La Turchia svela lo scudo anti-drone: un passo verso la protezione totale
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Un progetto ambizioso, un vero e proprio "sistema di sistemi". È così che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha definito il nuovo progetto di difesa aerea nazionale "Steel Dome", che ha visto la consegna delle prime 47 piattaforme alle forze armate del Paese. Un investimento di circa 430 milioni di euro, che mira a costruire uno scudo nazionale in grado di proteggere la Turchia da minacce aeree di ogni tipo, dai missili ai droni, fino a potenziali attacchi ipersonici. L'obiettivo, come ribadito dalle autorità di Ankara, è quello di raggiungere una piena indipendenza tecnologica nel settore della difesa.

La strategia alla base di questo vasto progetto è quella di sovrapporre diversi strati di protezione, combinando una vasta gamma di tecnologie sviluppate in modo quasi del tutto autonomo dalle aziende turche. Si tratta di un'architettura integrata e intelligente che utilizza sensori di vario genere, moduli di comunicazione, stazioni di comando e controllo, il tutto unito da un’infrastruttura di calcolo in cloud. L'intero sistema, poi, si basa su decisioni assistite dall'AI, che analizza in tempo reale i dati provenienti da molteplici fonti per fornire ai comandanti una visione unificata delle minacce su tutto il territorio nazionale.

Il sistema, che è entrato ufficialmente in funzione lo scorso 6 agosto, mira anche a rafforzare le difese già esistenti in zone strategiche, come Ankara e gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, e a proteggere infrastrutture sensibili, come la centrale nucleare di Akkuyu.

Nel progetto sono coinvolte diverse aziende del settore, tra cui Aselsan, Roketsan, TÜBİTAK SAGE e MKE, che si avvalgono di una rete di subappaltatori nazionali, cercando di limitare al minimo l'uso di componenti esteri per preservare l'identità del sistema.

Per quanto riguarda i diversi strati di difesa, "Steel Dome" integra sistemi già operativi e altri di nuova concezione. Per le minacce a bassa quota, per esempio, ci sono i cannoni antiaerei semoventi Korkut da 35 mm e la loro versione navale Gokdeniz, oltre a varianti più recenti come il Burç e il Gürz. Non mancano poi i missili, che rappresentano un altro livello cruciale della difesa. I sistemi Hisar-A+, Hisar ManPADS e Sungur, già in uso, sono affiancati da progetti in sviluppo per la difesa navale, come il Goksur e il Levent. Per le distanze maggiori, la Turchia può contare sul missile Hisar-O+ per la copertura a medio raggio e sta lavorando al programma Hisar-U/Siper per le altitudini più elevate. In campo aereo, inoltre, i missili aria-aria a corto e medio raggio Gokdogan e Bozdogan, già in servizio, sono stati adattati per essere integrati nei sistemi di terra.

Infine, una delle novità più interessanti riguarda l'impiego di tecnologie a energia diretta, come i sistemi laser Gokberk e Alka, progettati per intercettare droni e proiettili. Aselsan ha anche sviluppato il Gürz, un sistema ibrido che integra missili, cannoni e laser in un'unica piattaforma.

Nonostante le ambizioni e gli sforzi, alcuni analisti hanno sollevato dei dubbi sull'effettiva interoperabilità tra i nuovi sistemi nazionali e quelli stranieri già in uso, come i vecchi Patriot americani, o il controverso sistema russo S-400 acquistato anni fa, che in passato ha creato tensioni con la NATO.