Mentre la corsa globale alla fusione nucleare prosegue in tutto il globo, gli Stati Uniti segnano un nuovo traguardo attraverso il lavoro del National Ignition Facility (NIF), con sede presso il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) in California. Negli ultimi esperimenti, i ricercatori hanno ottenuto una produzione di energia che ha raggiunto 8,6 megajoule, migliorando nettamente i precedenti risultati. Tuttavia, questi successi, per quanto notevoli, non sono ancora sufficienti per alimentare una rete elettrica.
Il metodo impiegato dal NIF, chiamato fusione a confinamento inerziale, prevede l'uso di 192 laser ad alta potenza che colpiscono una minuscola capsula contenente isotopi di idrogeno — deuterio e trizio — racchiusi in un involucro d’oro chiamato hohlraum. Questo processo genera una compressione talmente intensa da portare i nuclei ad unirsi, rilasciando energia. Il procedimento si svolge all’interno di una camera sferica del diametro di circa 10 metri, in condizioni estremamente controllate.
Nonostante le performance migliorate, la produzione energetica netta rimane ancora troppo bassa per pensare a un'applicazione commerciale. Basti pensare che, per un singolo esperimento del 2022, servivano circa 300 megajoule per alimentare il sistema laser, a fronte di una resa energetica pari a soli 3,15 megajoule. Anche nei recenti test con laser da 2,05 megajoule, l’output ha raggiunto i 5,2 e successivamente gli 8,6 megajoule, ma resta il fatto che l’energia totale impiegata per far funzionare l’intero apparato è di gran lunga superiore.
Il LLNL ha confermato che il 23 febbraio 2025 è stato raggiunto l’“ignition” — ovvero il punto in cui la reazione di fusione produce più energia di quella fornita al bersaglio — per la settima volta. Non è ancora stato ufficializzato se l’ultimo risultato da 8,6 megajoule rappresenti l’ottavo successo di questo tipo, ma fonti vicine al progetto lo ritengono molto probabile.
Il progresso è comunque significativo se si guarda al passato: il primo successo risale al 2022, quando per la prima volta al mondo un esperimento controllato di fusione superò il pareggio energetico sul bersaglio, aprendo una nuova fase di ricerca sperimentale. La conferma di una ripetibilità di questi risultati rappresenta un passo fondamentale per il settore. In parallelo, si continua a esplorare anche la fusione a confinamento magnetico, impiegata da impianti come ITER in Francia, che si basa su campi magnetici per contenere e riscaldare il plasma.
Il NIF, pur non essendo progettato per la produzione continua di energia, svolge un ruolo essenziale nello studio della fisica della fusione. Il laboratorio ha già annunciato che nei prossimi mesi sono previsti nuovi test con laser ancora più potenti, che potrebbero spingere ulteriormente in avanti i limiti attuali della tecnologia.
Gli scienziati impegnati in questo campo ribadiscono che, dopo oltre sessant’anni di studi, la possibilità di ottenere una fonte energetica pulita, sicura e praticamente illimitata attraverso la fusione resta una delle sfide scientifiche più ambiziose e affascinanti.