Le 10 tracce di maturità più difficili e oscure dell'ultimo decennio (e voi siete d'accordo?)

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(La redazione di fem) Jun 18, 2025 · 5 mins read
Le 10 tracce di maturità più difficili e oscure dell'ultimo decennio (e voi siete d'accordo?)
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Dal poeta sconosciuto Giorgio Caproni alla filosofia di Massimo Cacciari, passando per scienziati, giuristi e pensatori contemporanei: queste sono le dieci tracce della maturità più ardue, complesse e inaspettate che hanno messo a dura prova gli studenti italiani tra il 2015 e il 2025.

Secondo Matteo Saudino, aka Barbasophia, "la scuola deve insegnarti a conoscerti"

Ogni anno, quando arriva la maturità, una domanda aleggia nelle aule: quale sarà la traccia che manderà nel panico mezza Italia? Se molti studenti sperano in un Ungaretti o in un Pirandello, ci sono state annate in cui il Ministero dell'Istruzione ha deciso di giocare a carte coperte, tirando fuori brani poco noti, autori fuori programma o temi dalla complessità concettuale inattesa. In questo articolo vi raccontiamo quali sono state le tracce più difficili degli ultimi dieci anni, quelle che hanno fatto sospirare, imprecare e, in alcuni casi, esaltare intere generazioni di maturandi.

Le 10 tracce della maturità più difficili, inaspettate o oscure dell'ultimo decennio (2015-2025)

Giorgio Caproni, l'esordio che nessuno dimenticherà

Nel 2017, tra le proposte della tipologia A, arriva un nome che in pochissimi si aspettano: Giorgio Caproni, con la poesia "Versicoli quasi ecologici". Autore poco trattato nei programmi scolastici, con uno stile ironico e un testo che sembrava parlare di ambiente ma virava rapidamente verso il nichilismo.

La poesia si apriva con "Non uccidete il mare", e molti ci sono cascati: in realtà era una riflessione amara sull'umanità e il suo rapporto con la vita, non un inno green. Una vera e propria trappola concettuale.

Massimo Cacciari e il limite umano

Nel 2023 arriva un altro colpo basso, stavolta dalla tipologia B. Il filosofo Massimo Cacciari propone un brano denso sulla nozione di limite, tra etica, metafisica e scienza.

Con un lessico ricco e nessuna concessione al tono divulgativo, il testo di Cacciari ha scoraggiato molti. In pochi sono riusciti a tradurre in termini semplici un pensiero che affondava le sue radici nella filosofia continentale, toccando concetti come la finitezza, l'uomo moderno e la tecnica.

Tomaso Montanari e l'arte bene comune

Sempre nella tipologia B, nel 2022 si fa notare la presenza dello storico dell'arte Tomaso Montanari con un testo che difende l'arte come diritto universale e bene pubblico.

Il problema? Un linguaggio militante e teorico, con citazioni e riferimenti non sempre noti. In più, Montanari non è un autore scolastico standard, quindi ha colto alla sprovvista chi si aspettava un saggio "neutro". Molti studenti hanno faticato a costruire un argomento a partire da una posizione così forte.

Alberto Moravia, tra indifferenza e gelo borghese

Nel 2023, nella tipologia A, compare un brano tratto da Gli Indifferenti di Alberto Moravia. Se è vero che Moravia è un autore del Novecento piuttosto noto, il testo selezionato aveva un tono teatrale e un registro psicologico freddo, quasi alienante.

Molti studenti si sono persi nel gelo emotivo dei protagonisti e nelle dinamiche borghesi decadenti, senza riuscire a coglierne la portata critica. Più insidiosa di quanto sembrasse a prima vista.

Il concetto di confine durante il Covid

Nel 2020, la maturità si svolge in forma solo orale a causa del Covid, ma viene comunque proposta una rosa di tracce. Tra queste, il tema sul concetto di confine.

Un argomento che poteva sembrare concreto, ma che in realtà nascondeva molte insidie: confine come barriera fisica? come limite interiore? come concetto geopolitico o antropologico? L'assenza di una direzione chiara ha mandato in tilt più di uno studente.

Umberto Eco e il progresso che non basta

Nel 2016, nella tipologia B, viene scelto un brano di Umberto Eco tratto da un suo intervento sul rapporto tra sviluppo e progresso.

Eco, si sa, non è mai banale: i suoi testi sono pieni di riferimenti culturali, ironia e concettualizzazioni complesse. Qui chiedeva agli studenti di distinguere tra avanzamento tecnologico e miglioramento umano. Un esercizio non semplice per chi non aveva familiarità con la filosofia della tecnica o l'antropologia contemporanea.

Italo Svevo e la psicanalisi di Zeno

Nel 2021 tocca a Italo Svevo e a un brano da La coscienza di Zeno. Un testo che, seppur appartenente al canone, è noto per la sua ambiguità ironica e per la profondità psicologica del protagonista.

Molti studenti si sono scontrati con il tono autoanalitico, con riferimenti impliciti alla psicanalisi freudiana e con una narrazione discontinua e stratificata. Non una lettura immediata, e non una scelta facile da argomentare.

Leonardo Sciascia e il peso della verità

Sempre nel 2021, viene proposta un'altra traccia meno scelta ma molto impegnativa: un brano da Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia. Il linguaggio asciutto, i riferimenti alla mafia, al potere e allo Stato italiano rendevano il brano complesso da decodificare.

Chi non conosceva il contesto storico e il pensiero di Sciascia rischiava di trattarlo come un semplice racconto poliziesco, perdendone completamente il significato.

Luigi Einaudi e la libertà economica

Nel 2019, nella tipologia B, appare un brano tratto da un intervento di Luigi Einaudi, che rifletteva su Stato, libertà individuale ed economia.

Nonostante la chiarezza stilistica di Einaudi, il testo proponeva concetti economico-politici che necessitavano di una solida preparazione di cittadinanza e Costituzione. Per molti, il rischio era quello di restare sul generico.

Il lavoro nell'era dell'automazione

Nel 2017, tra i temi di attualità, uno riguardava il rapporto tra nuove tecnologie e mondo del lavoro. A un primo sguardo poteva sembrare familiare, ma affrontarlo con serietà implicava conoscenze su intelligenza artificiale, automazione, smart working, futuro delle professioni.

Chi si limitava a considerazioni generiche su "quanto sia importante lavorare" rischiava di finire fuori tema o di scrivere un elaborato debole. Una trappola mascherata da tema semplice.