Le aziende tech cinesi stanno eludendo i limiti USA sui chip: ecco come

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HDblog.it May 27, 2025 · 2 mins read
Le aziende tech cinesi stanno eludendo i limiti USA sui chip: ecco come
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Lastretta statunitense sull'esportazione di chip verso la Cina non ha frenato del tutto le ambizioni tecnologiche di Pechino. Anzi, ha innescato un’accelerazione nella ricerca di soluzioni alternative da parte dei principali colossi cinesi della tecnologia. Mentre Washington cerca di rallentare lo sviluppo dell’AI in Cina impedendo l’accesso ai più avanzati processori grafici (GPU) prodotti da aziende come Nvidia, società come Tencent, Baidu e Huawei stanno rispondendo con una combinazione di strategie mirate che includono accumulo di chip, ottimizzazione software e sviluppo di semiconduttori domestici.

Una delle contromosse più evidenti è stata l’accaparramento di chip prima che le restrizioni entrassero in vigore. Tencent, per esempio, ha ammesso di avere a disposizione una scorta consistente di chip ad alte prestazioni acquistati in precedenza, abbastanza da continuare l’addestramento dei suoi modelli di AI “per diverse generazioni a venire”. Martin Lau, presidente del colosso tecnologico noto per WeChat, ha sottolineato come la scarsità di GPU li abbia portati a migliorare l’efficienza dei modelli, rendendoli meno dipendenti dall’hardware.

Un approccio simile è stato adottato da Baidu. Il motore di ricerca cinese ha puntato tutto sull’ottimizzazione del software e su un concetto che chiama “Full-Stack”, ovvero un ecosistema integrato che comprende infrastrutture cloud, modelli di intelligenza artificiale e applicazioni finali. Questo orientamento ha permesso a Baidu di gestire le risorse hardware in modo più efficace, diminuendo la dipendenza da chip statunitensi.

Parallelamente, la Cina sta investendo con decisione nella produzione interna di semiconduttori. Huawei, che già in passato era stata colpita da sanzioni statunitensi per i suoi presunti legami con il governo cinese, si è posta all’avanguardia nello sviluppo di chip AI nazionali. Aziende come SMIC stanno seguendo l’esempio, cercando di colmare il divario tecnologico con i rivali occidentali.

Una testimonianza concreta di questi sforzi è rappresentata da DeepSeek, il chatbot AI cinese che ha attirato l’attenzione internazionale proprio mentre gli Stati Uniti rafforzavano il blocco sulle esportazioni tecnologiche. Lanciato con successo in un momento delicato, DeepSeek dimostra come l’industria cinese riesca ancora a innovare nonostante le limitazioni imposte da Washington.

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina nel campo dei semiconduttori non sono nuove: hanno avuto origine durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump, quando Huawei fu esclusa dall’ecosistema Android e privata dell’accesso ai chip occidentali. La linea dura è proseguita sotto la presidenza di Joe Biden e si è ulteriormente irrigidita con il ritorno di Trump alla Casa Bianca nel 2025. Nvidia, ad esempio, si è vista vietare la vendita del chip H20, pensato appositamente per il mercato cinese, ed è stata costretta a sviluppare nuove soluzioni ancora più limitate per poter rispettare le normative statunitensi.