Alcune delle principali major discografiche, tra cui Universal Music e Warner Music, sono a poche settimane di distanza dalla firma di un accordo che potrebbe ridefinire i rapporti del settore della musica con l’intelligenza artificiale. Lo riporta il Financial Times, citando fonti interne. Il contenzioso naturalmente ruota, come abbiamo già visto con altre tipologie di contenuto multimediale, sullo sfruttamento di materiale protetto da copyright e opere dell’ingegno per addestrare i modelli AI.
Se da una parte ci sono le etichette discografiche, dall’altra ci sono le startup AI dedicate espressamente alla musica, come Suno e Udio, ma anche con realtà più affermate, tra cui Google e Spotify. Molti di questi nomi sono stati denunciati dalle major discografiche per, sostanzialmente, violazioni delle leggi sul copyright. La maggior parte dei negoziati è incentrata sul compenso che le aziende AI devono versare alle major, e a quanto pare si spinge verso un modello simile a quello visto nello streaming, con compensi specifici per le canzoni ogni volta che vengono “usate” dai modelli. Capire con precisione cosa significhi “usate” sarà ben più complicato; al tempo stesso, le aziende AI dovranno realizzare dei software in grado di tenere traccia di questo tipo di attività.
Come in tutti gli altri settori, il rapporto del mondo della musica con l’AI è piuttosto complesso, a tratti sfaccettato e spesso contraddittorio. Da una parte assistiamo a un’invasione di materiale di bassa lega e di bassa qualità sulle piattaforme di streaming e non solo (fece scalpore qualche settimana fa il caso Velvet Sundown, per esempio), dall’altro c’è chi vede questa tecnologia come un’opportunità per trarre ispirazione, o uscire da un momento di impasse creativa, o ancora per automatizzare e facilitare alcuni compiti noiosi e che richiedono molto tempo in fase di produzione.
Già all’inizio dell’anno Anthropic aveva annunciato di aver raggiunto un accordo preliminare con Universal e altre etichette sulla questione dell’addestramento degli algoritmi su materiale protetto da copyright, ma con questa nuova iniziativa si potrebbe stabilire una sorta di standard per il settore.