Le navi svelano un problema nascosto: il metano dai fondali

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HDblog.it Jul 22, 2025 · 3 mins read
Le navi svelano un problema nascosto: il metano dai fondali
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Tutto è iniziato per caso, oltre un decennio fa. Nel 2011, un gruppo di ricercatori della Chalmers University of Technology, in Svezia, stava monitorando le emissioni atmosferiche derivanti dalla combustione del carburante navale. Durante le loro osservazioni, notarono qualcosa di strano: picchi anomali di metano che apparivano con un leggero ritardo rispetto ai fumi di scarico delle navi. Questo sfasamento temporale suggeriva che la fonte del gas non fosse il motore delle imbarcazioni. Quell'inaspettata osservazione ha dato il via a un'indagine durata anni, che ha finalmente svelato un fenomeno ambientale sorprendente, soprattutto per il suo potenziale impatto sui cambiamenti climatici.

La ricerca, guidata dalla scienziata Amanda Nylund e pubblicata sulla rivista Nature Communications Earth & Environment, ha dimostrato che il semplice passaggio delle navi in acque poco profonde può innescare il rilascio di significative quantità di metano. Il meccanismo è puramente fisico: le eliche delle navi generano una turbolenza che mescola verticalmente l'acqua, mentre la massa stessa dello scafo induce variazioni di pressione sul fondale. In aree dove i sedimenti marini sono ricchi di materia organica e privi di ossigeno, si forma naturalmente del metano che rimane disciolto nell'acqua vicino al fondo. La combinazione della pressione e del rimescolamento provocati da una nave è sufficiente a "risucchiare" questo gas, portandolo prima in superficie e poi rilasciandolo nell'atmosfera.

L'entità del fenomeno è tutt'altro che trascurabile. Nelle zone studiate, come la Baia della Neva, le misurazioni hanno registrato emissioni di metano fino a 20 volte superiori rispetto alle aree circostanti non disturbate dal traffico navale. Tutto ciò getta una nuova luce sull'impatto ambientale del trasporto marittimo globale, un settore le cui emissioni di gas serra sono già sotto stretta osservazione.

forse non tutti sanno che il metano è il secondo gas serra più abbondante dopo l'anidride carbonica (CO2​) e ha un potere di intrappolare il calore circa 28 volte superiore. Finora, questo specifico contributo era completamente assente dai calcoli. Come ha sottolineato il professor Johan Mellqvist, il cui team fece la scoperta iniziale, il dato è ancora più allarmante se si considera che nove dei dieci porti più grandi del mondo si trovano in acque con caratteristiche simili a quelle studiate.

Lo studio ha anche evidenziato una differenza interessante tra i tipi di imbarcazione. Le navi portacontainer e da crociera sembrano causare un rilascio di metano maggiore rispetto alle navi portarinfuse di dimensioni simili, probabilmente a causa del diverso design dello scafo e dei sistemi di propulsione. Purtroppo questa scoperta rivela che stiamo sottostimando l'impronta ecologica di un'industria, di fatto fondamentale per l'economia mondiale, e sottolinea nel contempo l'urgenza di ampliare il monitoraggio ambientale anche a queste fonti di emissioni finora invisibili.

Willie

Sarei curioso di sapere una cosa: è verosimile che il passaggio della nave acceleri il rilascio di gas dai fondali, ma questo è un processo che avviene ugualmente e siccome la materia non si genera dal nulla se oggi tolgo più gas domani ne toglierò di meno. Dovrebbe essere un po' come sgasare una coca cola, a un certo punto il gas finisce.

Certo, in mare il metano continuerà a generarsi all'infinito, ma la velocità a cui si genera manterrà una certa costanza.
Di conseguenza un maggiore rilascio di gas oggi sarebbe compensato da un minore rilascio successivamente.

Non so se ho sbagliato niente