Il web non è più quello che aveva immaginato. Non è più un posto libero, ma monopolizzato dalle grandi piattaforme che raccolgono dati per venderli: "Scambiare dati personali per usarli non è certo in linea con la mia visione di un web libero". Il virgolettato è di Tim Berners-Lee, informatico che oltre 35 anni fa a Ginevra creò il World Wide Web e lo donò poi gratuitamente al mondo nel 1993 cambiando la storia.
Abbiamo bisogno un ente no-profit come il Cern che promuova la ricerca internazionale sull'Intelligenza artificiale. Possiamo ridare potere agli individui e riprenderci il web. Non è troppo tardi - osserva Berners-Lee in una lettera-appello pubblicata sul Guardian - . Oggi, osservando la mia invenzione, mi chiedo: il web è ancora libero? No, non tutto. Vediamo una manciata di grandi piattaforme che raccolgono i dati privati degli utenti per condividerli con broker commerciali o persino con governi repressivi. Vediamo algoritmi onnipresenti che creano dipendenza per natura e sono dannosi per la salute mentale dei nostri adolescenti. Scambiare dati personali per usarli non si adatta certo alla mia visione di un web libero. Su molte piattaforme non siamo più i clienti, ma siamo diventati il prodotto.
Nel passaggio dal "1.0" al "2.0", il web ha smarrito la sua natura:
Abbiamo imboccato la strada sbagliata - spiega l'informatico, oggi settantenne - . Ora siamo a un nuovo bivio in cui dobbiamo decidere se l'intelligenza artificiale verrà utilizzata per il miglioramento o a scapito della società. È difficile immaginare una grande azienda tecnologica che accetti di condividere il World Wide Web senza alcun compenso commerciale come mi ha permesso il Cern. Ecco perché abbiamo bisogno di un ente no-profit come il Cern che promuova la ricerca internazionale sull'AI.
Senza una governance globale si corre il rischio di finire in un vicolo cieco:
GuessWho'sGuestHo regalato il World Wide Web perché pensavo che avrebbe funzionato solo se fosse stato per tutti. Oggi credo che questo sia più vero che mai. Regolamentazione e governance globale sono tecnicamente fattibili ma dipendono dalla volontà politica. Se saremo in grado di farcela avremo la possibilità di ripristinare il web come strumento di collaborazione, creatività e compassione al di là dei confini culturali.
In realtà dal punto di vista etico non sarebbe comunque sbagliato, tu sito invii quello che vuoi, io dal dispositivo (browser) ricevo quello che voglio io.
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