Ma ha senso sapere già tutto di "Il Diavolo veste Prada 2"?

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(La redazione di fem) Jul 30, 2025 · 3 mins read
Ma ha senso sapere già tutto di
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Tutti in attesa del ritorno di Miranda Priestly… ma forse il film lo stiamo già vedendo, pezzo dopo pezzo, foto dopo foto, look dopo look: sono ovunque. L’hype è alle stelle, ma ci chiediamo: troppa promo può rovinare la magia del cinema? Con Il Diavolo veste Prada 2 in lavorazione, riflettiamo su spoiler, nostalgia e il gusto dell’ignoto perduto. Miranda Priestly is back: Meryl Streep torna sul set de "Il Diavolo veste Prada 2" a New York

Troppi spoiler da Il Diavolo veste Prada 2

Foto, teaser, first looks, costumi: Il Diavolo veste Prada 2 si sta già svelando troppo?

Da settimane il web è tappezzato di scatti, first looks e dettagli dal set di Il Diavolo veste Prada 2. Meryl Streep elegantissima nei panni di Miranda Priestly, Anne Hathaway in total look Chanel, Emily Blunt che torna nel ruolo di Emily Charlton. E ancora: indiscrezioni sul cast, prime immagini di backstage, anticipazioni sulla trama. Tutto questo ben prima che il film sia pronto.

La domanda sorge spontanea: ci stanno mostrando troppo, troppo presto?

Tra marketing e ansia da spoiler: che fine ha fatto l’attesa?

La promozione dei film oggi ha una doppia faccia. Da un lato, i contenuti servono a creare hype. Dall’altro, rischiano di trasformare l’anteprima in anticipazione permanente. Un tempo, un trailer di 90 secondi era tutto ciò che si aveva per fantasticare sul film. Oggi, ne escono tre, quattro, pieni di scene chiave, dialoghi centrali, e spesso — ammettiamolo — dei veri e propri spoiler.

Nel caso di Il Diavolo veste Prada 2, la situazione è emblematica: un sequel molto atteso, il ritorno di un cast iconico, e una campagna promozionale che sembra volerci svelare tutto fin da ora. Ma se sappiamo già chi rientra, chi manca, chi c'è di nuovo, cosa indossano e perfino in quale strada di New York stanno girando… cosa resta da scoprire?

Un sequel fashion amatissimo, ma quanto ci rovineremo la sorpresa?

Il Diavolo veste Prada è stato un cult assoluto degli anni 2000, capace di mischiare moda, ironia e una riflessione sul lavoro e l’identità. Il sequel in arrivo nel 2026 è attesissimo anche per il suo significato simbolico: riportare in scena un mondo che è cambiato, tra editoria in crisi, intelligenze artificiali e influencer che sostituiscono le top model.

Eppure, in questo revival sfavillante, qualcosa stona: la costante esposizione rischia di togliere ossigeno alla storia. Non sarebbe stato più potente arrivare in sala senza aver visto quasi nulla?

Dal mistero alla sovraesposizione: che pubblico siamo diventati?

Non è un caso isolato. Negli ultimi anni i trailer si sono allungati a dismisura, fino a includere scene clou, momenti emotivamente forti, addirittura il finale. Le immagini si moltiplicano: foto dai set, costumi in anteprima, red carpet, clip esclusive, interviste. Siamo ossessionati dagli spoiler, eppure li inseguiamo. Li cerchiamo su TikTok, nei commenti, nei reel “analisi frame per frame” appena esce un teaser. Ma quando scopriamo qualcosa che non volevamo sapere... come se un’informazione potesse rovinare l’intera esperienza. Ma se un film perde il suo valore solo perché “ci hanno detto una cosa prima”, forse quel film non aveva molto altro da offrire? Ma forse, il vero cambiamento non è nei contenuti. È nel pubblico.

Oggi siamo più impazienti, meno disposti ad aspettare, immersi in una cultura del “tutto e subito” dove ogni novità deve essere commentata in tempo reale. Non viviamo più l’esperienza di un film: la anticipiamo, la scompattiamo, la spolpiamo fino a quando non resta più nulla da scoprire.

Forse non sono gli spoiler il problema. Forse siamo noi.

Non è solo una questione di marketing. È una questione culturale. Il Diavolo veste Prada 2 potrebbe essere meraviglioso, pieno di dialoghi taglienti e momenti indimenticabili. Ma se ci arriviamo già saturi, cosa resterà della magia?

Forse è il momento di chiederci: quanto vale ancora la sorpresa? E soprattutto: sappiamo ancora desiderare senza consumare subito tutto?

Perché i film sono sogni, e i sogni hanno bisogno di mistero per funzionare.

Non mancano le reazioni, tra adorazione e critiche