Maestre su OnlyFans? Siamo veramente fottuti? E il Reddito Universale? (Q&A)

https://dailycogito.substack.com/p/maestre-su-onlyfans-siamo-veramente

Rick DuFer May 13, 2025 · 23 mins read
Maestre su OnlyFans? Siamo veramente fottuti? E il Reddito Universale? (Q&A)
Share this
Attenzione: la trascrizione è gestita da IA e potrebbe non corrispondere completamente alla puntata relativa; potresti trovare degli errori. Dalla puntata del 9 aprile 2025.

La sessione di Q&A affronta diversi temi sociali, etici e filosofici, tra cui l'impatto delle sezioni commenti sui social media, il valore e i limiti dell'Universal Basic Income (UBI) nell'era dell'intelligenza artificiale, la compatibilità tra la professione di insegnante e la presenza su OnlyFans, le cause della denatalità, la ricerca personale contro la mediocrità, il ruolo della filosofia nel mostrare l'umanità e il valore di concentrarsi sul presente piuttosto che sulla futurologia.

Capitoli e argomenti

Sezioni commenti sui social media

Le sezioni commenti sono spesso luoghi di negatività, attacchi personali e impoverimento delle capacità relazionali. Evitarle aiuta a mantenere la serenità mentale. Le piattaforme incentivano i commenti per l'engagement, ma questo non coincide con il benessere degli utenti.

Opinione degli altri

L'opinione altrui, soprattutto se negativa, dice più su chi la esprime che su chi la riceve. Si tende a sopravvalutare quanto si venga giudicati dagli altri, mentre in realtà ognuno è più concentrato su se stesso.

Universal Basic Income (UBI)

L'UBI viene discusso come possibile risposta alla perdita di lavoro causata dall'IA. Tuttavia, si esprime scetticismo: chi possiede le macchine tende ad accumulare ricchezza, non a distribuirla, e l'essere umano trova significato nella risoluzione dei problemi. Un mondo senza problemi da risolvere porterebbe all'impoverimento esistenziale.

Insegnamento e OnlyFans

Fare l'insegnante comporta responsabilità e un modello etico che si esclude con l'attività su OnlyFans. Le due scelte sono considerate incompatibili: l'insegnante dovrebbe essere un modello di riferimento, mentre OnlyFans rappresenta un modello etico problematico, sfruttando la solitudine e promuovendo relazioni discutibili.

Denatalità e cultura del "chi me lo fa fare?"

La denatalità è influenzata dal desiderio di mantenere libertà e stile di vita, più che da motivi economici. È anche collegata alla difficoltà di costruire relazioni profonde e di fiducia, e alla rarità dell'innamoramento nell'epoca digitale. Fare figli implica una scelta che esclude altre possibilità, e la difficoltà a rinunciare a possibilità è tipica del nostro tempo.

Esplorazione e ricerca personale

Non esiste un libro o messaggio che risolva la sensazione di mediocrità: è necessario un percorso di ricerca personale, fatto di letture ed esplorazione, che permette di escludere ciò che non fa per sé e avvicinarsi a ciò che accende la passione.

Filosofia e umanità

Se si dovesse convincere una civiltà extraterrestre del valore dell'umanità, si sceglierebbero le "Confessioni" di Agostino, testo accessibile che mostra la profondità e la preziosità dell'animo umano.

Futurologia e importanza del presente

Prevedere il futuro è considerato una distrazione. È più utile concentrarsi su cosa significa fare del proprio meglio nel presente e nelle relazioni reali, diffondendo valore attraverso l'esempio personale.

Questo è uno dei miei momenti preferiti. Una bella sessione di domande difficilissime, complicate, impegnative e risposte che in realtà potrebbero non esserci mai. Ma ci proviamo.

Domanda di Daniel:

Ciao Rick, come forma di autodifesa mi sto imponendo di leggere il meno possibile i commenti sotto i post in Facebook e Instagram: vedo troppa negatività, benaltrismo, attacchi alla persona, offese gratuite. Non viene mai affrontato il tema oggetto del post. Come ti poni a riguardo di questo?

Risposta di Rick:

Sfondi una porta aperta perché io, in realtà, leggo pochissimo i commenti sui social. L'ambiente dove leggo di più i commenti è Youtube, non solo sotto i miei video ma anche sotto ad altri video. Però ovviamente la sezione commenti è sempre, come dire, un campo di battaglia dove ormai vige la regola del non penso al perché qualcuno ha scritto qualcosa, ma penso al fatto che avendo scritto quella cosa è contro di me.

C'è questa sorta di necrosi mentale in cui ci dimentichiamo sempre e comunque che dietro qualcosa di espresso, un'opinione, uno scritto, c'è un vissuto. Ne abbiamo parlato anche in questi giorni con Hank ed è un punto veramente complicato perché ci dimentichiamo di valutare ciò che spinge l'altra persona a scrivere qualcosa. Io stesso, quando scrivo o faccio un video, vengo bersagliato da persone che mi dicono che sono pagato per dire certe cose, che ho intenzioni deviate solo perché esprimo qualcosa di diverso rispetto a quello che loro pensano. Quindi c'è questo grande difetto.

Credo anche che le sezioni commenti siano proprio quel luogo in cui finiamo per impoverire la nostra capacità relazionale. Quindi fai bene a ripulirti, fai bene perché questi sono ambienti che vogliono succhiare tutto il tuo tempo per portarti e trascinarti in discussioni di cui magari non te ne frega nulla. Quindi fruite dei contenuti che vi interessano ed evitate le sezioni commenti, soprattutto in alcuni ambienti come TikTok: la sezione dei commenti di TikTok è un delirio, Instagram, Facebook forse ancora peggio; ancora ancora la selezione dei commenti che Youtube permette di fare ha una forma un po' più percorribile. Però sì, le sezioni commenti sono fatte contro la nostra serenità, quindi fai bene a farlo, lo faccio anch'io. Non ci perdiamo granché in realtà: meglio dialogare, meglio dedicare più dialogo con le persone della nostra vita che non con anonimi sconosciuti online. Questo ovviamente va contro l'interesse delle piattaforme, perché le piattaforme vogliono che tu commenti per l'engagement, ma insomma l'interesse delle piattaforme non corrisponde al nostro benessere, molto spesso.

Domanda di Valentina:

È normale a 40 anni dare troppo peso all'opinione degli altri? Ultimamente mi sento molto influenzata da ciò che pensano le persone intorno a me e questo mi crea disagio. Hai consigli pratici o libri che possono aiutarmi a superare questa situazione? Mi piacerebbe avere la tua opinione.

Risposta di Rick:

Ah, Valentina, io di questo ho parlato spesso, è un argomento che ho trattato: Abbiamo fatto anche quasi un intero video corso io e Genero Romagnoli sull'argomento, Psicostoici, in cui abbiamo discusso della relazione fra psicologia, quindi serenità psichica, e stoicismo antico. Infatti, uno degli autori che parla di questa cosa è Epitteto e c'è una frase che mi piace tantissimo in cui dice:

Sai, sono venuto a sapere che quella persona ha detto di me che sono un disonesto, sono un antipatico, sono un saccente. Per fortuna non mi conosce così bene, perché altrimenti avrebbe capito che ho anche molti altri difetti.

Questo denota il fatto che bisognerebbe trattare con ironia l'opinione degli altri, per due motivi. In primo luogo l'opinione degli altri, soprattutto quando è critica e aspra, esprime molto di più di chi afferma tale critica che non su di me. Questo io lo vivo ogni giorno: le persone che mi insultano non stanno dicendo cose di me, ma stanno dicendo cose che loro proiettano su di me. Questo è un punto essenziale da capire: l'opinione degli altri esprime più di chi dice quell'opinione che non di chi la riceve. In secondo luogo, vorrei ricordare a tutti noi che siamo tutti molto impegnati ad autogiudicarci e quindi gli altri ci giudicano molto di meno rispetto a quello che ci sembra. A noi sembra di essere molto giudicati perché rivolgiamo il nostro sguardo su di noi, ma se poi ti guardi intorno ti accorgerai che sono tutti talmente impegnati ad autogiudicarsi che sono veramente rari i momenti in cui qualcuno ti guarda e ti giudica.

Ancor meno sono le occasioni in cui uno ti guarda, ti giudica e dice qualcosa che veramente ha a che fare con te. Quindi pulizia anche qua, pulizia. L'opinione degli altri non dice nulla di te ed è importante comprenderlo questo perché quando invece viviamo come se fossimo sempre sotto uno sguardo giudicante, oltre che vivere male, finiamo per fare cose per compiacere gli altri; senza sapere cosa agli altri piace e quindi perdiamo tempo nel perseguire obiettivi che in realtà non ci porteranno da nessuna parte. Quindi fa un bel respiro, che sia a 20, a 40 o 80 anni, gli altri ti giudicano molto di meno rispetto a quello che tu pensi e quando lo fanno dicono molto di sé e poco di te.

Domanda di Archimon:

Volevo chiederti cosa ne pensi dello UBI (Universal Basic Income). Può essere una soluzione valida nel caso in cui rimarremo tutti senza lavoro a causa dell'IA?

Risposta di Rick:

Anche questo è un argomento di cui ho parlato in passato. Ci sono tanti teorici, tanti filosofi, tanti che fanno parte anche del mondo dell'economia, i quali dicono che quando giungerà l'AGI (Artificial General Intelligence), quindi l'intelligenza artificiale veramente onnipotente, ciò che rimarrà all'essere umano sarà trastullarsi con le arti, con gli hobby, con il tempo libero e ricevere un reddito universale prodotto da ciò che le macchine fanno in società. Quindi è il famoso automatismo universale: le macchine fanno il lavoro, producono ricchezza e noi condividiamo questa ricchezza con un reddito universale di base. Ecco, io non credo.

Non credo per tanti motivi. In primo luogo, perché ricordiamoci che sta già succedendo: coloro che possiedono le macchine le usano non per distribuire la ricchezza, ma per accumulare ricchezza. Quindi, al massimo, avremo un mondo di enormi iper-ricchi che gestiscono i mezzi di produzione (sto facendo un discorso marxista, molto bello) e che danno briciole a coloro che non sono in possesso di tali macchine. Questa è la cosa che accadrà.

Ma poi c'è un ulteriore aspetto che mi sembra importante: l'uomo ha bisogno di produrre e la produzione creativa non basta, perché io sono convinto che l'essere umano trovi buona parte del significato della propria vita nel risolvere problemi. L'idea che un giorno ci sia una tecnologia che risolva tutti i problemi, esentando l'essere umano dalla risoluzione di problemi e lasciando all'essere umano soltanto i meta-problemi (quelli creativi, il passatempo e via dicendo), ecco per me distruggerebbe l'umanità. Cioè, l'umanità andrebbe all'estinzione proprio per questo perché un'esistenza di questo tipo porterebbe al depauperamento della creatività e all'impigrimento esistenziale che già vediamo molto forte con le tecnologie che abbiamo a disposizione.

Quindi in realtà noi dobbiamo pensare a un mondo in cui magari una buona parte dei problemi essenziali verrà risolta dalle macchine, ma dobbiamo sempre ricercare problemi che siano risolvibili dal nostro sforzo. Non credo nello UBI: credo che, se verrà, sarà una soluzione devastante che ci porterà velocemente, se non all'estinzione, all'irrilevanza completa.

E quindi, ecco, non ci credo particolarmente. Accanto a questo, non credo che l'intelligenza artificiale riuscirà a fare quello che si dice: cioè non riuscirà a toglierci ogni capacità di risolvere problemi in modo personale e umano. Ci evolveremo insieme a loro, questo è quello che succederà.

Domanda di Luca:

Come mai hai ritenuto che fare OnlyFans e insegnare sia inconciliabile? Non è questa posizione un andare contro le libertà personali? Secondo me ognuno è padrone del proprio corpo e ne dispone come meglio crede. Quindi, se io, oltre a magari un lavoro tradizionale, ci affianco il lavoro sulla piattaforma, perché sarebbe ritenuto non consono per un insegnante che magari potrebbe veicolare la modernità nella scuola?

Risposta di Rick:

Stai parlando di una storia che io ho pubblicato qualche giorno fa riguardo a quell'insegnante che ha aperto l'OnlyFans. Certo, tutti noi abbiamo la libertà di fare del nostro corpo quello che vogliamo, ma le scelte comportano eliminazione di libertà.

Cosa voglio dire? Voglio dire che se io, a 18 anni, decido di studiare filosofia come ho fatto e poi, a 25 anni, mi sono laureato e a un certo punto mi scoppia la passione per l'architettura, io ovviamente il tempo dedicato alla filosofia non è che posso trasformarlo in tempo per comprendere l'architettura. Posso fare una scelta diversa, dedicare il mio tempo e la mia libertà intellettuale allo studio di qualcos'altro. Ma non è che la mia libertà mi dice ok, io ho fatto una scelta e adesso posso andare in una direzione che contraddice completamente quella scelta. La scelta comporta responsabilità, perché le scelte portano con sé un mondo di semantica che viene anche riconosciuto dal mondo: se fai qualcosa, se fai una scelta, poi ti trascini delle responsabilità e quella scelta ne esclude altre.

Ecco, per come io vedo il lavoro di insegnante, la scelta di fare l'insegnante esclude delle cose. Non perché le altre cose non siano da farsi, ma perché sono scelte che si autoescludono. Se io faccio l'insegnante porto con me delle responsabilità ben determinate: l'insegnante dovrebbe, per esempio, insegnare alle persone con cui entra in contatto un certo tipo di approccio al proprio corpo; e anche se la libertà di vendere il proprio corpo online è assolutamente legittima, fare l'insegnante non si lega bene al modello di chi vende il proprio corpo online. Non è un buon modello.

Una persona può dire io ho fatto l'insegnante, fare l'insegnante porta con sé alcune responsabilità, oggi non mi piacciono queste responsabilità, quindi faccio una scelta diversa: allora smetto di fare l'insegnante e comincio a fare OnlyFans, mi prendo le responsabilità di quella cosa. Ma dal mio punto di vista è molto evidente che queste cose si autoescludono. Perché? Perché viviamo in una società e i lavori che facciamo hanno anche della semantica intorno, hanno delle percezioni. E vuoi dirmi che è bigotto un mondo che dice che una creatrice di OnlyFans dà un modello sbagliato rispetto a un'insegnante di elementari? Ci può anche stare. È la tua lettura morale, che è diversa dalla mia: perché non è un tabù, non è bigottismo il fatto che sono due scelte che si escludono per i miei valori morali (e io sono una persona dalla mentalità molto aperta). Però sono due cose che si escludono nella mia lettura morale del mondo. Quindi io non escludo il fatto che un'insegnante possa fare OnlyFans, ma in quel momento no dovrebbe più fare l'insegnante, perché sono due cose che non stanno insieme.

Accanto a questo, vorrei dire una cosa importante: il modello di business di OnlyFans è devastante, perché è un modello che spessissimo si approfitta della solitudine di persone. È una forma di pornografia, a volte soft, a volte più esplicita che si approfitta di persone molto sole. Ed è molto peggio, dal mio punto di vista, di pornostar che invece fanno dei film mostrando il proprio corpo, perché in OnlyFans si gioca sulla relazione con l'iscritto. Questa cosa è un modello etico terrificante: è un modello etico che reitera un'idea dell'essere umano e delle relazioni morbosamente da rifiutare. Di questo sono molto convinto.

Ci sono tanti motivi per cui un'insegnante non dovrebbe fare OnlyFans e questi motivi non hanno a che vedere soltanto con la morale, hanno anche a che vedere con il fatto che l'insegnante dovrebbe tendere a essere un modello di riferimento per la persona che cresce, per la persona che viene educata. Ecco, io non credo che una creatrice di OnlyFans sia un modello etico da seguire. Ciò significa che non dovrebbe esistere? No, significa che ha un altro ruolo. Quindi l'insegnante, modello etico da seguire, e la creatrice di OnlyFans, modello non eticamente da seguire, si scontrano.

Domanda di Yuri Palazzo:

Mi stavo domandando, la denatalità è anche frutto della cultura del "chi me lo fa fare"?

Mi spiego: mi è capitato spesso di sentir dire a mie amiche coetanee che hanno 32 anni e che non vogliono fare figli per non rinunciare alla loro libertà o per non dover fare sacrifici economici. Allo stesso tempo, però, vedo che il bisogno di prendersi cura di qualcuno non si è acuito e, per esempio, le persone hanno sempre più spesso animali domestici che sono esserini di cui prendersi cura, più gestibili di piccoli esseri umani.

Risposta di Rick:

Anche questo è un tema veramente complicato, Yuri. Parto da quest'ultima posizione: è vero che ci sono persone che prendono animali per non avere figli: ci sono, ma non credo che questo sia una cosa universale. Io ho Baruch e Ipazia, ma non ho mai preso questi animali per sopperire al fatto che non ho figli; nulla mi vieta in futuro di progettare di avere figli pur avendo animali domestici, perché di solito questa cosa è molto diffusa, ma secondo me è una lettura molto semplicistica della realtà.

Più in linea con quello che osservo è invece la prima parte della domanda: cioè sì, il chi me lo fa fare è una cosa molto legata alla denatalità. Perché noi possiamo stare a discutere quanto vogliamo del fatto che l'economia oggi per i giovani è più punitiva e non permette di pianificare di avere figli (certamente: siamo in un momento economico particolare), dall'altra parte, in realtà, nella grandissima parte dei casi, ciò che dissuade le persone dall'avere figli non ha a che fare con la disponibilità economica; ma ha a che fare con il voler mantenere un certo stile di vita che ci piace (e attenzione: non c'è nulla di male). Io stesso, in passato, non ho voluto figli perché, in qualche modo, volevo investire sul lavoro che faccio, volevo investire il mio denaro, le mie risorse sulla crescita dei Cogito Studios e farmi quei due, tre viaggi ogni tanto. Quindi anch'io ho detto ma chi me lo fa fare di fare figli?

Dall'altra parte, però, c'è un ulteriore aspetto: la denatalità è direttamente collegata all'incapacità di costruire relazioni profonde di fiducia e adeguate. Perché dico questo? Fare figli ha a che fare anche con l'incontrare la persona con cui vuoi fare figli e quando tu stai con una persona con cui ti relazioni, ma di cui non sei innamorato e che non è la persona della tua vita, fare figli diventa un rischio più che un'opportunità; mentre quando incontri una persona con cui veramente stai bene, il pensiero di fare figli è direttamente collegato all'amore che provi per quella persona. Noi l'abbiamo detto tante volte su Daily Cogito: siamo in un'epoca dove innamorarsi è una cosa sempre più rara. Perché? Perché, in realtà, nell'epoca di Tinder, in cui la relazione è più virtuale e dove la fidanzata è più digitale, è più su OnlyFans che non nel mondo reale, le occasioni per provare quel sentimento profondo che poi tracima nel fare figli sono sempre più rare.

Quindi la denatalità è legata a tantissimi fattori e molti di questi sono, secondo me, relazionali e psicologici (di cui anche il chi me lo fa fare). Io dico sempre questo: ricordiamoci che sì, fare figli è un sacrificio, nel senso però più nobile del termine; non cioè un sacrificio del tipo devo rinunciare! Sacrificio nel senso di fare una scelta che ne esclude altre, come quello che dicevo prima sull'insegnante e creator di OnlyFans: compiere una scelta ne esclude sempre altre. La libertà non è posso fare quello che mi pare, ma è capire come le mie scelte mi incanalano in un certo stile di vita: fare figli mi porta a una vita diversa rispetto a chi dice non faccio figli e voglio spendere i miei soldi per viaggi e avere una vita adeguata. Quindi il problema, secondo me, è questa incapacità che si vede in ogni anfratto del nostro mondo di compiere scelte rinunciando a delle possibilità. Noi abbiamo dimenticato che fare scelte significa rinunciare, sacrificare possibilità: questo non ci piace perché vogliamo rimanere sempre con tutte le possibilità aperte. Ecco, fare figli è una delle cose che determina maggiormente la direzione della tua vita: quindi non vuoi farlo perché vuoi lasciarti aperte possibilità. È molto complicato ed è molto paradigmatico del nostro tempo.

Domanda di Sha:

Mi sento incastrata nella mediocrità: ho alcuni interessi, ammetto non così approfonditi, ma sento perennemente una spinta dentro di me, ma non so verso cosa e soprattutto cos'è. Ci sono letture che possono spingermi a riflettere su questo? Grazie e buon lavoro.

Risposta di Rick:

No, non ci sono letture specifiche, c'è la lettura! Ragazzi, lo so che sono ripetitivo ed è una cosa che io ripeto continuamente. Cara Sha, oggi tu senti questa sensazione: non c'è il libro che ti dice cosa fare, o meglio, c'è, ma devi cercarlo attraverso l'esplorazione della lettura. Certo, i libri ti daranno passioni, ti daranno i materiali utili per dare una svolta alla tua vita; ma non è che capita perché io adesso ti dico guarda, leggi quel libro: non succede così.

Succede che tu inizi a leggere, esplori, leggi alcuni libri che non ti piacciono, non ti servono e altri cominciano a darti qualche indizio e poi ciò che hai letto, anche quello che ti sembrava inutile, avrà magari piantato un seme dentro di te che ti permetterà di capire meglio qualcosa di te. Quindi non aspettate la pagina, il libro, il saggio, la frase che risolve questa sensazione di mediocrità, questa sensazione di immobilismo.

È una sensazione in cui tanti si trovano. Sapete perché? Perché tutti stanno aspettando il messaggio, il libro, la svolta; ma non c’è il messaggio, il libro, la svolta: c’è l’atto di ricerca. Quindi, quella spinta trasformala in ricerca: non sai verso cosa? Tu inizia a cercare. Leggi, spendi tempo, energie nei confronti di cose che ti attirano e che poi magari si riveleranno non essere le cose per te. Ma quando inizi ad esplorare e a ricercare in un ambito che non è il tuo, almeno hai già cominciato a escludere qualcosa e, escludendo qualcosa, poi arriverai a incontrare quello che veramente ti accende. Quindi impegnati, dai! È importante questo.

Domanda di Sogni di Latta:

Se dovessi convincere una civiltà extraterrestre a non distruggerci usando un testo di filosofia, quale sarebbe?

Risposta di Rick:

Bella questa! Allora mettiamola così: se una civiltà extraterrestre si è già decisa a distruggerci è perché forse ha visto il feed di X; quindi non ci sarebbe nessun testo filosofico che potrebbe dissuaderla. Però, se dovessi pensare a una civiltà che sta valutando di distruggerci e che si aspetta qualche segnale di umanità, presupponendo che questa civiltà voglia l'umanità, io ti direi che Le confessioni di Agostino sono uno di quei testi che proprio ti mostra come nell'animo dell'essere umano ci sia qualcosa di prezioso. È un libro che io spesso cito, spesso vado a rileggermi nelle sue parti, mi consulto con esso anche in momenti di pausa, perché è un testo bellissimo: pieno di sentimenti legati alla libertà e all'amore, nel senso vero del termine; è proprio un testo meraviglioso. Quindi direi di primo acchito Le confessioni di Agostino, anche perché poi è un testo accessibile, cioè lo si può leggere senza avere delle conoscenze di filosofia. Mi aspetto che una civiltà extraterrestre non conosca i Dialoghi platonici o l'Etica di Spinoza. Magari, se ha ragione Kant, quella civiltà è composta di gente che è arrivata a conclusioni simili alle nostre, ma non è detto. Le confessioni di Agostino sono un testo accessibile, bello, che mostra proprio l'umanità che pulsa dentro di noi. Quindi questo mi verrebbe da dirti.

Domanda di Thomas:

Ti volevo chiedere di agire come un filosofo con 10 anni di esperienza in divulgazione sul web. Qual è la tua visione della direzione dell'umanità nei prossimi cinquant'anni Stiamo andando incontro a una fine inevitabile o c'è possibilità di ripresa tutti i problemi a cui stiamo andando incontro? Mi piacerebbe sapere una tua opinione. Grazie tanto per la risposta e per il lavoro che porti avanti.

Risposta di Rick:

Thomas, devo essere completamente onesto: questa domanda è una distrazione. È una distrazione non solo perché io non ho idea di quello che succederà nei prossimi cinquant'anni, ma non so quello che succederà nemmeno nei prossimi 5 mesi: cioè viviamo in una vita imprevedibile, piena di cose che contraddicono le aspettative. Al massimo potrei dirti cosa spero che accada, ma non credo sia importante. Credo sia una distrazione l'atteggiamento di chi pensa di poter prevedere o si aspetta che altri prevedano l'andamento dell'umanità nei prossimi cinquant'anni.

Secondo me è una domanda che non ci porta da nessuna parte. In primo luogo, perché ci porta a fantasie. Certo, le fantasie vendono; Harari sta pubblicando solo libri di futurologia. Nexus è un libro pieno di futurologia in cui dice cose che accadranno. Io, semplicemente, quando leggo dico ok, adesso so come la pensa Harari del futuro, ma non so come andrà il futuro.

E non credo che la soluzione sia nel sapere come tante persone intelligenti lo vedono. Credo che la strada giusta sia quella di chiedersi cosa posso fare io nel mio meglio e nel mio presente. Questo è ciò su cui dobbiamo concentrare le nostre energie, perché la futurologia è uno spreco incredibile di energie. Quindi, il consiglio che ti do è di non curarti della domanda sui prossimi cinquant'anni, non curarti del futuro della storia dei popoli e dell'umanità, non curarti del futuro del mondo.

Curati di cosa vuol dire per te fare del tuo meglio per il tuo presente e per le relazioni che ti circondano. Perché io credo che se vogliamo che le cose vadano bene in futuro, dovremmo distrarci meno con il destino dell'universo e guardare un po' di più a cosa vuol dire essere brave persone che si comportano in modo consapevole nella nostra vita e, in questo modo, essere di buon esempio agli altri, diffondendo l'idea che per migliorare il mondo non ci vuole Superman, non ci vuole un miracolo, non ci vuole la previsione del futuro universale: ma ci vuole un certo numero di persone che tornano a dare valore a quello che le circonda, alle relazioni reali, ai loro talenti, alle loro vocazioni, aspettative, caratteristiche e a quello che possono donare a ciò che le circonda.

Quindi la domanda non è cosa accadrà al mondo nei prossimi cinquant'anni, la domanda è cosa vuol dire per te fare del tuo meglio nei prossimi 5 minuti? Questa è la domanda su cui mi piacerebbe ragionare, ma non posso dirtelo. Io posso dirlo per me. Tu devi trovare la risposta per i cazzi tuoi. Quindi in bocca al lupo.