«Mai dire mai»: così Jasmine Paolini è diventata regina del tennis

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(La redazione di fem) Jun 19, 2025 · 6 mins read
«Mai dire mai»: così Jasmine Paolini è diventata regina del tennis
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«Di Jasmine amo la spensieratezza, la solarità con cui affronta la vita. Ti contagia»: così Sara Errani a Repubblica, dopo la vittoria in doppio al Roland Garros 2025 con Jasmine Paolini. Sullo stesso campo, il Philippe Chatrier, dieci mesi dopo l'oro olimpico. Una coppia formidabile, due giocatrici che si completano: Sara è maestra di tattica e di colpi sottorete, Jasmine martella da fondo linea per aprire spazi in attacco. Il segreto? Nessuna si impone, l'una rispetta l'altra. Lo yin e lo yang del tennis italiano, forze complementari che hanno come risultato l'armonia, l'equilibrio e i trionfi. Errani, in carriera, ha raccolto nove successi in singolare, è stata numero cinque al mondo nel 2013, è ripartita dopo una controversa sospensione per doping nel 2018, inventandosi una eterna giovinezza in doppio: ha compiuto 38 anni il 29 aprile. Paolini di anni ne ha 29, ha cominciato a raccogliere grandi risultati nel 2024, quando si è considerati sorpassati rispetto alle giovani rampanti. L'opposto del suo conterraneo toscano Lorenzo Musetti, a 23 anni stabilmente tra i migliori dieci al mondo. È una questione di come si educa il talento e dei maestri che si incontrano. Per Jasmine è decisiva la collaborazione dal 2015 con Renzo Furlan, il coach che ne costruisce la carriera, passo dopo passo.

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FAMIGLIA MULTIETNICA

Jas conosce il tennis a Bagni di Lucca, dove papà Ugo gestisce un bar. Cresce in una famiglia multietnica. Mamma Jacqueline è di madre polacca e padre ghanese: si trasferisce in Italia per trovare lavoro, il destino vuole che incontri anche l'amore. Una famiglia soprattutto unita, fondamentale nel contribuire alla personalità di Jasmine e del fratello minore William: «I miei genitori mi hanno insegnato a credere in me stessa - racconta a Vanity Fair -, libera di scegliere il mio percorso. Questa fiducia è stata la mia forza». Jacqueline insegna danza, Jasmine prova ma non le piace. A cinque anni e mezzo il papà e lo zio Adriano la portano al circolo Mirafiume. È un colpo di fulmine per il tennis, che affronta con stile aggressivo e tecnica eccellente. Potrebbe essere limitata dai 163 centimetri di altezza, sopperisce con velocità di gambe e timing sui colpi, potenziando sempre più il servizio e mantenendo ad alto livello l'agilità. Su tutto c'è la testa, con cui imposta al meglio la tattica. La prima svolta con la convocazione al Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia, accetta senza esitare perché vuole buttarsi nel professionismo. Parte dai tornei Itf, organizzati dalla Federazione internazionale, dove arrivano i soldi per andare avanti nell'attività e i punti per il primo ingresso tra le top 100 nel 2019, insieme con la prima titolarità nella Fed Cup, la Coppa Davis femminile. L'anno successivo, in un Roland Garros autunnale causa pandemia, centra la prima vittoria in uno Slam battendo in due set la spagnola Aliona Bolsova, nel 2021 conquista i primi titoli Wta: il 12 giugno a Bol, in Croazia, in singolo e l'11 luglio ad Amburgo in doppio con la svizzera Jil Teichmann. Sembra l'inizio di un cammino importante, invece comincia un periodo involuto, con tante sconfitte ai primi turni e nelle uniche due finali raggiunte nel 2022: la prima Wta in gennaio a Melbourne, in coppia con Errani, e la seconda a ottobre, al Transylvania Open a Cluj in singolo. Una serie interrotta nel 2023 quando, a maggio, si aggiudica il torneo 125 di Firenze battendo la statunitense Taylor Townsend. E alle finali perse in singolo di Macarsca, Palermo e Monastir fanno da contrappunto la vittoria in doppio con Errani, sempre a Monastir, e la finale ritrovata dopo dieci anni nella Fed Cup, ribattezzata Billie Jean King Cup. Le azzurre perdono 2-0 con il Canada, ma Paolini è protagonista.

PROGETTO GIOCHI OLIMPICI

Nell'ultima parte dell'anno è decisiva una chiacchierata con Errani. L'idea di Sara è ambiziosa, gliela propone durante una cena a Parigi, in un torneo in cui non hanno fatto coppia sul campo: «Giochiamo insieme con continuità e proviamo a qualificarci per Parigi». Non sa che cosa stia per riservare il 2024 alla compagna. Il primo segnale a gennaio agli Open in Australia, quando Jasmine per la prima volta raggiunge il terzo turno in singolare. Ha fatto un salto di qualità mentale, non si smarrisce più durante gli incontri. Il pubblico si innamora di una ragazza sempre sorridente e positiva, anche quando sbaglia. Il 4 febbraio le due azzurre vincono un 500 a Linz, venti giorni dopo Jasmine si aggiudica il 1000 di Dubai. Il 19 maggio, poi, il trionfo è nel doppio in casa, agli Internazionali d'Italia al Foro Italico a Roma, al super tie break contro Coco Gauff ed Erin Routliffe. Quindi un mese da ricordare, con due finali Slam consecutive. E se l'8 giugno non c'è match con Iga Swiatek -  la polacca numero uno al mondo si impone con un facile 2-0 al Roland Garros -, a Wimbledon sono tanti i rimpianti: il 13 luglio Paolini perde in tre set con la ceca Barbora Krejčíková, che ha una classifica più bassa di lei.

UN ORO STORICO

Il calendario non concede tempo ai rimpianti, le azzurre si sono qualificate per i Giochi di Parigi e il 4 agosto sono in finale, sullo stesso campo in cui hanno perso nell'ultimo atto al Roland Garros due mesi prima. Un brivido al secondo turno, quando sconfiggono le francesi Garcia-Parry al super tie break: è l'unico match finito in tre set. Scendono in campo la domenica, il giorno dopo il bronzo conquistato da Musetti ai danni di Félix Auger-Aliassime, prima medaglia olimpica italiana nel tennis. Hanno appena visto Novak Djokovic, vincitore di 24 Slam, piangere per l'oro materializzatosi dopo un durissimo match contro Carlos Alcaraz. La tensione gioca loro un tiro mancino contro le giovani russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider, nel primo set vanno sotto 6-2. Nel secondo sono travolgenti e si impongono 6-1. Il super tie break è un trionfo, finisce 10-7 e consegna una medaglia ancora più importante rispetto a Musetti: il primo oro assoluto del tennis azzurro. Paolini completa l'annata incredibile raggiungendo il quarto posto Wta (eguagliato il record di Francesca Schiavone nel 2011), e vincendo il 20 novembre la Billie Jean King Cup. È sempre titolare, con le compagne batte Giappone, Polonia e, in finale, la Slovacchia. Il successo mancava dal 2013, da dedicare alla capitana Tathiana Garbin, che la segue sempre negli appuntamenti che contano e in lotta contro un tumore.

REGINA DI ROMA E DI PARIGI