Mestruazioni e depressione si contaminano a vicenda: le cause sono anche sociali (e non è sindrome premestruale)

https://www.alfemminile.com/salute-e-benessere/mestruazioni-e-depressione-si-contaminano-a-vicenda-le-cause-sono-anche-sociali-e-non-e-sindrome-premestruale-/

(La redazione di fem) Sep 23, 2025 · 4 mins read
Mestruazioni e depressione si contaminano a vicenda: le cause sono anche sociali (e non è sindrome premestruale)
Share this

Ogni mese, nel mondo, sono milioni le persone che mestruano e affrontano non solo dolori fisici, ma sintomi psicologici che in molti casi peggiorano in modo determinante la loro salute mentale. Le evidenze cliniche ci dicono che non si tratta semplicemente di “variabilità ormonale” tollerabile: per molte persone, il ciclo mestruale comporta un aggravamento reale di stati depressivi diagnosticati e non, sia in termini di sintomi che di impatto sulla vita quotidiana.

Meditazione serale guidata per ridurre ansia e dormire meglio

Una recente analisi ha trovato che le donne con dismenorrea primaria (cioè dolori mestruali non dovuti ad altre condizioni mediche) presentano un rischio di disturbi depressivi particolarmente aumentato e un altro studio su larga scala, fatto in Corea, ha esplorato l’associazione fra differenti disturbi mestruali (dismenorrea, sindrome premestruale, sanguinamento uterino anomalo) e la prevalenza di sintomi depressivi.

Le donne con sintomi brutali avevano rapporti di prevalenza (“prevalence ratios”) molto più alti di segni definiti di depressione e qui scendiamo nel dettaglio scientifico: per esempio, PMS severa PR ~ 2,00, dismenorrea severa PR ~ 1,61, sanguinamento anomalo PR ~ 1,40. PMC +1.

Tra le giovani studentesse universitarie in Bangladesh, uno studio ha mostrato che circa il 45,5 per cento presentava sintomi depressivi, e il 30,9 per cento probabilmente depressione clinica; questi numeri erano anche associati a disturbi mestruali come dolore mestruale, irregolarità del ciclo, eccetera.

i fattori biologici, ormonali e socio culturali

Ancora: una pubblicazione scientifica spiega anche come il disturbo depressivo maggiore in generale sia associato alla disparità di genere. Le donne infatti sono affette da depressione con una probabilità doppia rispetto agli uomini e inoltre i disturbi depressivi come il disturbo disforico premenopausale e la depressione postpartum sono specifici per genere.

A contribuire è l'interazione di vari fattori tra loro, in particolare neurobiologici, ormonali, genetici, sociali e ambientali: a partire dalle differenze strutturali tra il cervello di uomini e donne, la sensibilità alterata a vari neurotrasmettitori e ormoni come la serotonina, l'acido gamma-amminobutirrico (GABA), l'allopregnanolone, gli estrogeni e i corticosteroidi insieme alla predisposizione genetica e ai fattori culturali, come comportamenti meno attenti alla salute, isolamento sociale, alta incidenza di abusi e fattori di stress coniugali e legati all'educazione dei figli, contribuiscono allo sviluppo della depressione nelle donne.

Ma c'è un ma: questa maggiore suscettibilità alla depressione si osserva solo durante gli anni riproduttivi, in particolare durante la fase premestruale, la gravidanza e la fase perimenopausale. Tra i sintomi gravi riscontrati tra le donne a cui viene diagnosticata la depressione maggiore e che sono poco riconosciuti troviamo le anomalie del ciclo mestruale, tra cui dismenorrea, menorragia, irregolarità mestruali e sintomi premestruali.

Infine, la prevalenza della Premenstrual Dysphoric Disorder (PMDD), una forma grave di disturbo premestruale che include forti alterazioni dell’umore, irritabilità e sintomi psichici, è stimata tra l’1,6 per cento e il 3,2 per cento (diagnosi confermabile), percentuali che salgono un po’ se si considerano diagnosi “provvisorie”. 

Questi dati indicano ovviamente più di una semplice correlazione: suggeriscono che per una parte significativa di chi mestrua, il periodo mestruale può essere un fattore che aggrava stati depressivi o facilita il loro manifestarsi.

Non è però sempre causa isolata: entrano in gioco altre variabili come dolore, qualità del sonno, irregolarità ormonali, stress, condizioni socioeconomiche, attività fisica, nutrizione e il supporto medico. È importante segnalare che la maggior parte degli studi è cross-sezionale, quindi mostra associazioni ma non prova una diretta causalità. Ma un dato certo c'è.

normalizzare disturbi perché "femminili" invece che trattarli come tali

Disparità, ignoranza e conseguenze, il fatto che queste condizioni che per alcune persone sono invalidanti restino spesso poco riconosciute o sottovalutate è indice di una disparità strutturale. Storicamente, gran parte della ricerca clinica è progettata attorno al corpo “medio”, che spesso è implicitamente maschile, abile e giovane oppure non tiene adeguatamente conto delle variazioni ormonali femminili. Ciò significa che i protocolli di diagnosi, cura e farmaci possono trascurare gli effetti mestruali o premestruali.

Spesso il dolore mestruale, il ciclo irregolare, i disturbi premestruali vengono “normalizzati” come parte della vita di chi mestrua, anziché considerati segnali di possibili condizioni che meritano valutazione come una depressione maggiore. Ciò può causare ritardi di cura, uso inadeguato o assente di trattamenti efficaci (terapia ormonale, modulazione del dolore, supporto psicologico). Chi soffre di sintomi depressivi gravi durante il ciclo può avere difficoltà nel lavoro (presenteismo, assenze), nello studio, nelle relazioni. Se la cultura del luogo di lavoro o scolastica non riconosce questi problemi, le persone possono essere penalizzate, stigmatizzate o costrette a “tenere duro” in situazioni che finiscono per causare danni reali.