Meta dice no al codice AI dell'UE: scontro sulle regole

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HDblog.it Jul 19, 2025 · 2 mins read
Meta dice no al codice AI dell'UE: scontro sulle regole
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Lo scontro tra i colossi tecnologici statunitensi e le autorità di regolamentazione europee si arricchisce di un nuovo capitolo, evidenziando una frizione sempre più profonda sulle politiche digitali. Questo braccio di ferro non è un fenomeno isolato, basti pensare alle recenti vicende di Apple, che si trova ad affrontare le complessità del Digital Markets Act (DMA) dell'UE, culminate con una multa da 500 milioni di euro per pratiche anticoncorrenziali. La casa di Cupertino ha inoltre annunciato che ritarderà il lancio di alcune funzionalità del suo nuovo sistema operativo nella regione, proprio a causa degli ostacoli normativi. In questo clima di crescente tensione, si inserisce ora la decisa presa di posizione di Meta, che ha scelto di non aderire al nuovo codice di condotta sull'intelligenza artificiale proposto dall'Unione Europea, avvertendo che le linee guida volontarie presentano significativi rischi legali e potrebbero soffocare l'innovazione.

La posizione dell'azienda è stata espressa chiaramente da Joel Kaplan, responsabile degli affari globali di Meta, che in un post su LinkedIn ha usato toni netti, affermando che "l'Europa sta prendendo la strada sbagliata sull'AI". Secondo Kaplan, il codice introduce numerose "incertezze legali per gli sviluppatori di modelli" e impone misure che vanno "ben oltre il campo di applicazione dell'AI Act", la legge quadro europea sull'intelligenza artificiale.

Questo codice, presentato all'inizio del mese, è stato concepito come uno strumento volontario per aiutare le aziende ad allinearsi alle future disposizioni dell'AI Act, coprendo aree primarie come la trasparenza e la tutela del copyright. Sebbene l'adesione non sia obbligatoria, essa può offrire alle imprese una maggiore protezione legale e una via più chiara verso la conformità.

La resistenza, tuttavia, non proviene unicamente dalle aziende americane. Decine di importanti aziende europee, tra cui giganti come ASML e Airbus, hanno firmato una lettera aperta chiedendo alla Commissione Europea di sospendere l'implementazione dell'AI Act per due anni. Anche in passato, l'amministrazione Trump aveva criticato l'approccio normativo europeo, definendo le multe inflitte ai giganti tecnologici come una forma di "estorsione economica". La Commissione Europea, dal canto suo, ha precisato che le aziende che scelgono di non sottoscrivere il codice dovranno comunque dimostrare con altri mezzi la propria conformità alla legge, esponendosi potenzialmente a un maggiore controllo normativo. Con le regole che interessano i modelli di AI per uso generale, come ChatGPT, destinate a entrare in vigore già il mese prossimo, i principali sviluppatori si trovano ora sotto la crescente lente d'ingrandimento dell'Unione Europea.