Che le grandi aziende tecnologiche facciano a gara per strapparsi a vicenda i migliori talenti non è un mistero, ma una recente dichiarazione di Sam Altman, N.1 di OpenAI, aveva fatto intendere che Meta stesse portando questa battaglia ad un livello, ad oggi, senza precedenti. "Offrono fino a 100 milioni di dollari in bonus ai nostri ingegneri", aveva detto. E in queste ore è arrivata la replica dell'azienda concorrente: una sonora smentita.
DAVVERO META PAGA BONUS MILIONARI?Nel corso di un incontro aziendale interno, i vertici di Meta hanno preso posizione contro le dichiarazioni fatte dal CEO di OpenAI, Sam Altman, che aveva recentemente parlato di offerte da “100 milioni di dollari” fatte da Meta per sottrarre ingegneri alla concorrenza. A smontare questa affermazione è stato il CTO di Meta, Andrew Bosworth, che ha bollato la cifra come fuorviante, accusando Altman di raccontare una versione distorta dei fatti.
Da che se ne deduce che sì, i bonus per firmare un contratto d'assunzione effettivamente esistono, ma non raggiungono cifre così faraoniche. Però ci si avvicinano molto, anche se vanno fatte alcune precisazioni.
Bosworth ha spiegato che, se è vero che Meta sta investendo molto per costruire il suo team AI, le offerte multimilionarie riguardano solo un numero molto ristretto di figure senior. Non si tratta quindi di bonus rivolti a tutti i dipendenti delle aziende concorrenti. In seconda battuta, le cifre in discussione non verrebbero versate sull'unghia, ma corrisposte solo al raggiungimento di determinati risultati spalmati su più anni e, comunque, non si parla (solo) di pagamenti cash, ma di stock option e altre gratifiche.
LA GUERRA PER ASSUMERE I MIGLIORI TALENTIBosworth ha anche confermato che alcuni ricercatori OpenAI sono effettivamente passati a Meta, e ha lasciato intendere che nuovi ingressi sono previsti a breve. "Altman sa benissimo di star esagerando e sappiamo anche perché si comporta così: stiamo vincendo", ha aggiunto il dirigente di Meta, ma non prima di fare un'altra dichiarazione altrettanto interessante: anche OpenAI starebbe mettendo mano al portafoglio per presentare contro-offerte a sette cifre, in modo da trattenere i suoi dipendenti di maggiore valore.
Insomma, se da una parte l'avvento delle AI ha praticamente distrutto il mercato del lavoro tech per le figure junior e dato il via a frequenti esuberi di massa, dall'altra ha anche creato un'aggressiva competizione tra le aziende per contendersi le figure senior di maggiore esperienza e valore a colpi di bonus multimilionari. Un fenomeno curioso, che rischia però di non essere sostenibile sul lungo periodo.
LA STRATEGIA DI META: NON COMPETIAMO CON CHATGPTNello stesso incontro, i dirigenti di Meta hanno anche parlato della differente strategia tra le due aziende per la supremazia nel campo delle AI.
Meta non intende competere direttamente con ChatGPT, che oggi ha la leadership indiscussa per adozione da parte degli utenti. Il Chief Product Officer Chris Cox ha riconosciuto il distacco attuale tra l’utilizzo di Meta AI e quello di ChatGPT, sottolineando che l’assistente di Meta ha un miliardo di utenti mensili, ma con un coinvolgimento inferiore rispetto al rivale. L’app standalone di Meta AI, ad esempio, si ferma a 450.000 utenti attivi giornalieri ed è usata quasi esclusivamente dai possessori degli occhiali Ray-Ban Meta.
Cox ha chiarito che Meta non intende competere frontalmente con ChatGPT nel campo della produttività, ma vuole differenziarsi puntando su intrattenimento, socialità e vita quotidiana, ovvero i terreni in cui l’azienda ha già costruito la propria forza. E poi c'è LLaMA, il progetto open-source di Meta che offre possibilità di fine-tuning, personalizzazione, praticamente infinite e gioca su un campionato completamente diverso, con un'ottima presa su aziende e mondo della ricerca.