A partire da ottobre di quest'anno, in Unione Eropea Meta non consentirà più di organizzare campagne pubblicitarie su temi di natura politica su tutti i suoi prodotti (da Facebook a Instagram). La decisione è figlia di un nuovo regolamento europeo che entrerà presto in vigore, il Transparency and Targeting of Political Advertising, che Meta ha contestato duramente, sostenendo che introduca regole troppo stringenti e aleatorie. Non è l'unico sconto con le istituzioni europee: il colosso ha anche criticato il codice di condotta sulle AI.
In sostanza, questo significa che in tutti i Paesi dell'EU, Italia inclusa, non sarà più possibile pagare per promuovere la visibilità di post che hanno a che fare con campagne elettorali, attivismo e temi di attualità politica. Ovviamente, i politici e gli attivisti potranno continuare a pubblicare contenuti sui social: semplicemente non potranno più sponsorizzarli ma dovranno accontentarsi del cosiddetto reach organico.
La decisione riguarda esclusivamente l'Unione Europea: Meta continuerà a consentire gli annunci di natura politica in tutto il resto del mondo.
Il colosso guidato da Mark Zuckerberg ha spiegato che le nuove regole europee renderebbero la pubblicità politica meno efficace e più difficile da gestire, soprattutto per via delle restrizioni su targeting e tracciamento. Da una parte le regole renderebbero gli annunci poco efficaci, perché sarebbe difficile mostrarli al pubblico che si intende effettivamente raggiungere, dall'altra Meta sostiene che le regole siano troppo opache, creando il rischio che l'azienda possa violarle involontariamente.
Nonostante un intenso dialogo con i regolatori e il tentativo di condividere queste preoccupazioni con loro, ci troviamo di fronte a una scelta impossibile: modificare i nostri servizi per offrire un prodotto pubblicitario che non funziona né per gli inserzionisti né per gli utenti, senza alcuna garanzia che la nostra soluzione venga considerata conforme, oppure smettere di consentire annunci politici, elettorali e su tematiche sociali nell'Unione Europea. Non siamo l’unica azienda che si trova in questa situazione. Ancora una volta, stiamo assistendo a obblighi normativi che finiscono per eliminare di fatto prodotti e servizi apprezzati dal mercato, riducendo la scelta e la concorrenza
si legge in un comunicato di Meta.
Meta aveva già introdotto diversi strumenti di trasparenza in passato, come l'Ad Library: ad esempio, ad oggi è possibile visualizzare tutti i post sponsorizzati da politici e movimenti, vedere, tra le altre cose, chi li paga e quanti soldi sono stati spesi.