Meta vince una lotta in tribunale sul copyright, ma non dovrebbe esultare troppo

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HDblog.it Jun 26, 2025 · 1 min read
Meta vince una lotta in tribunale sul copyright, ma non dovrebbe esultare troppo
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Mercoledì un tribunale federale ha dato ragione a Meta in una causa intrapresa da 13 autori che sostenevano di essere stati sfruttati senza autorizzazione per l’addestramento dei suoi sistemi di intelligenza artificiale. Il giudice Vince Chhabria ha emesso una sentenza favorevole a Meta, riconoscendo che l’azienda ha diritto al giudizio sommario sulla difesa basata sul fair use riguardo alla riproduzione dei libri dei ricorrenti come dati per i suoi modelli linguistici di grandi dimensioni, appunto Meta AI.

Tuttavia, il magistrato ha sottolineato chiaramente che questa deliberazione non legittima in assoluto l’utilizzo di opere protette dal diritto d’autore ai fini dell’addestramento delle AI e ha precisato:

Questa sentenza non sostiene la tesi secondo cui l'uso da parte di Meta di materiali protetti da copyright per addestrare i suoi modelli linguistici sia lecito; afferma soltanto che gli autori hanno sollevato argomentazioni errate e non hanno fornito elementi sufficienti per sostenere le tesi corrette.

Secondo Chhabria, due argomentazioni presentate dagli autori si sono rivelate chiaramente perdenti:

Llama non è in grado di generare testo sufficiente dai libri dei querelanti per essere rilevante, e i querelanti non hanno diritto al mercato per la concessione in licenza delle loro opere come dati di addestramento per l'intelligenza artificiale

Il giudice ha spiegato che Llama non possiede la capacità di rigenerare porzioni di testo tanto estese da incidere sul valore economico delle opere, e che gli autori non possono rivendicare il monopolio sul settore delle licenze per la formazione dei modelli AI. Chhabria ha inoltre osservato che i ricorrenti non hanno sviluppato adeguatamente l’unica linea di difesa da cui avrebbero potuto trarre vantaggio: l’ipotesi che l’uso massiccio dei loro testi avrebbe prodotto un’ondata di opere simili, diluendo il mercato e danneggiando la domanda delle loro creazioni originali.

La sentenza giunge a pochi giorni dal verdetto analogo ottenuto da Anthropic, altra società AI, che ha visto riconosciuta la correttezza del fair use per modelli addestrati mediante copie di libri acquistate regolarmente. Il giudice William Alsup, nel caso Anthropic, aveva scartato i timori sul possibile impatto dirompente dell’AI generativa sul mercato delle opere d’origine.