Il dato di per sé non sarebbe allarmante (è meno dell'1% della forza lavoro di Microsoft), ma lo diventa se contestualizzato nel più ampio trend iniziato diversi trimestri fa. Solamente poche settimane fa, Microsoft aveva mandato a casa circa il 3% del suo staff. Complessivamente, a maggio ha licenziato oltre 6000 dipendenti. Oggi l'azienda conta oltre 228mila lavoratori in tutto il mondo.
Ad aprile, era emerso che l'azienda intendeva disfarsi di numerose posizioni manageriali intermedie per concentrare le sue risorse su ingegneri e programmatori.
“Continuiamo a implementare i cambiamenti organizzativi necessari per posizionare al meglio l'azienda in un mercato in continua evoluzione,” ha dichiarato un portavoce di Microsoft in una dichiarazione rilasciata al Seattle Times.
Le ondate di licenziamenti sono relativamente comuni per le grandi aziende tecnologiche e lo sono diventate soprattutto dopo il covid, quando le big tech si sono viste costrette a gestire organici sovradimensionati dopo una stagione di forte espansione. A pesare, oggi, è il quadro economico incerto, a cui si aggiunge l'intervento delle AI, che sta cambiando le regole del gioco e le abitudini dei consumatori.