Sembra che la comunicazione di Microsoft attorno al suo assistente AI, Copilot, abbia generato un po' di confusione, tanto da richiamare l'attenzione di un'autorità di vigilanza del settore pubblicitario. Al centro della questione non ci sono solo le performance promesse, ma anche la strategia di branding che, secondo gli osservatori, renderebbe difficile per gli utenti comprendere le reali differenze tra i vari servizi offerti sotto l'ombrello "Copilot".
Il pomo della discordia risiede in particolare nella funzione "Business Chat". La National Advertising Division (NAD) del BBB National Programs, l'ente che ha condotto la revisione, ha concluso che i consumatori potrebbero non cogliere appieno le specificità e le limitazioni di questo strumento rispetto alle altre integrazioni di Copilot. L'uso universale del marchio "Copilot" per descrivere una suite di prodotti con funzionalità distinte rischierebbe di creare aspettative non sempre allineate con la realtà. Per questo, è stato raccomandato a Microsoft di modificare la sua pubblicità, chiarendo in modo evidente ogni limitazione materiale legata al funzionamento di Business Chat.
La storia del branding di Copilot è stata, in effetti, piuttosto movimentata e ciò che oggi conosciamo come Microsoft 365 Copilot Chat ha iniziato il suo percorso come Bing Chat Enterprise, per poi essere ribattezzata semplicemente Copilot, creando un'inevitabile sovrapposizione. Nel mezzo di questi cambiamenti, la funzione Business Chat, originariamente un chatbot in Teams, è diventata parte integrante di Microsoft 365 Copilot. Questa stratificazione di nomi e funzioni avrebbe contribuito a creare un panorama complesso per gli utenti business.
Oltre alla questione del marchio, l'autorità di vigilanza ha messo in discussione anche alcune delle affermazioni relative all'aumento della produttività. Microsoft ha pubblicizzato dati secondo cui percentuali elevate di utenti, come il 75%, si dichiarerebbero più produttivi dopo aver utilizzato Copilot per un certo periodo. Secondo la NAD, lo studio citato da Microsoft, pur dimostrando una percezione di maggiore produttività da parte degli utenti, non costituirebbe una prova sufficientemente solida per supportare un'affermazione così oggettiva. Di conseguenza, è stato suggerito di interrompere o modificare tali dichiarazioni, specificando meglio la natura dello studio.
Da parte sua, Microsoft ha dichiarato di non essere d'accordo con tutte le conclusioni della NAD, ma ha comunque assicurato che seguirà le raccomandazioni per rendere più chiare le sue affermazioni pubblicitarie.