Alla base di questa impennata ci sono le scelte strategiche del CEO Satya Nadella, che in poco più di un decennio ha trasformato Microsoft da gigante del software a colosso del cloud e dell’AI. L’alleanza con OpenAI si sta rivelando una delle migliori mosse dell’ultimo decennio nel tech, consentendo a Microsoft di offrire soluzioni AI avanzate tramite la propria infrastruttura Azure. Non a caso, perfino Apple si appoggia oggi ai modelli OpenAI e ai server Microsoft per alcune funzionalità legate alla sua piattaforma "Apple Intelligence".
Microsoft fornisce l’infrastruttura software, mentre NVIDIA alimenta l’hardware: è questa sinergia che sta spingendo entrambe le aziende verso vette storiche. E stanno chiaramente mettendo in discussione gli equilibri dell'industria tech fino a poco tempo fa in essere.
Ma non ci sono solo Azure e AI. Redmond può anche contare su un portfolio di servizi in abbonamento, con una buona fidelizzazione degli utenti, sempre più robusto: da Microsoft 365 a GitHub Copilot, passando per l'Xbox Game Pass. Solamente quest'anno, il valore delle azioni di Microsoft è cresciuto del 15%.
Per il momento gli azionisti festeggiano, ma non mancano dubbi sulla sostenibilità a lungo corso della crescita di Microsoft. Alcuni analisti sono dell'opinione che le azioni di Microsoft siano più costose di ciò che i fondamentali suggerirebbero, anticipando una futura correzione.
Anche per questo, nonostante i risultati da record, Microsoft sta usando la massima cautela. Ma a farne le spese sono i dipendenti del colosso: dall'inizio dell'anno a luglio, Microsoft ha licenziato oltre 15.000 dipendenti. Quasi il 7% della sua intera forza lavoro globale. Gli ultimi licenziamenti hanno colpito duramente la divisione gaming e non hanno risparmiato nemmeno gli sviluppatori di Candy Crush.
C'è anche da dire che le aziende tech si ricordano bene la sbornia del periodo Covid, quando la pandemia aveva portato ad un'impennata del valore delle cosiddette Stay at home stocks seguita da un periodo di grandi assunzioni dimostratosi insostenibile.
C’è anche il rischio che il predominio dell’AI generativa si traduca in un boomerang per alcuni prodotti enterprise, se tecnologie sempre più autonome finiranno per sostituire i software di produttività piuttosto che migliorarli. Inoltre, Google Cloud (scelto di recente anche da OpenAI) continua a investire massicciamente nel settore. In altre parole: l'obiettivo dei 4.000 miliardi di dollari è dietro l'angolo, ma non è detto che la crescita di Microsoft non riceva una brusca frenata nel corso dei prossimi mesi.