Al summit dell’All-In Podcast, Elon Musk ha parlato davvero tanto, e tra le cose dette ha tracciato le prossime tappe di SpaceX, spaziando dal futuro della rete satellitare Starlink al progresso del razzo Starship. Sul tavolo c’è un accordo da 17 miliardi di dollari (circa 15,6 miliardi di euro) per l’acquisto di spettro da EchoStar e, parallelamente, l’obiettivo di rendere operativo entro il 2026 un sistema di trasporto spaziale capace di mettere in orbita oltre 100 tonnellate di carico in modalità completamente riutilizzabile.
Come raccontatovi stamane, sul fronte telecomunicazioni Musk ha spiegato che l’acquisizione di nuove frequenze permetterà a Starlink di estendere i servizi anche agli smartphone, trasformandosi in un vero operatore “direct-to-cell”. Tuttavia, l’integrazione non sarà immediata. I telefoni oggi in commercio non supportano queste bande, perciò serviranno chipset modificati e almeno due anni di sviluppo in collaborazione con i produttori di dispositivi. Parallelamente, SpaceX dovrà costruire satelliti compatibili con le nuove frequenze, così che telefoni e infrastruttura spaziale possano “dialogare” senza interruzioni e garantire connessioni ad alta capacità.
Non meno ambiziosi i piani legati a Starship, il sistema di lancio che rappresenta il fulcro della visione di Musk per i viaggi interplanetari. L’imprenditore ha confermato che nel 2026 SpaceX punta a recuperare integralmente la navicella, riuscendo così a garantire la piena riutilizzabilità. Dopo una serie di test difficili, con solo un volo riuscito su quattro, la prossima grande sfida sarà il debutto della terza generazione del razzo, equipaggiata con motori Raptor 3 e caratterizzata da un design radicalmente rivisto.
Secondo Musk, la nuova versione potrà raggiungere un traguardo mai visto: trasportare oltre 100 tonnellate in orbita e rientrare per volare nuovamente, riducendo drasticamente i costi di accesso allo spazio. L’ostacolo principale rimane il complesso scudo termico, formato da decine di migliaia di piastrelle che devono resistere a temperature estreme, pioggia e stress meccanici, senza necessità di manutenzioni lunghe e costose come avveniva per lo Shuttle.