A causa di quella che sto adesso subendo io, mi è tornata in mente l’esistenza della muta come concetto. Ci sono purtroppo poche mute (da non confondere quindi con le multe, che sono tante), ma tutte di diverse categorie… C’è la muta umana normale, per cui ogni giorno perdiamo nell’aria quantità allucinanti di cellule morte di epidermide — che fa assolutamente schifo, perché queste finiscono in giro per casa a contribuire alla formazione della classica polvere, costringendo a spolverare e quindi faticare senza che da questo lavoro scaturisca alcun prodotto — c’è quella dei serpenti, che è elegante perché c’è proprio la pellicola vecchia consumata che si stacca per essere sostituita con la nuova già perfettamente applicata, che poi a sua volta sarà cambiata…
…E infine poi, appunto, c’è la muta arsa viva, che io sto subendo solo adesso dopo il famoso incidentino. Se fosse vetro su di un display, questa cosa si chiamerebbe spacc, quindi il livello in questione è alto pregio. A pensarci è buono anche per il semplice fatto che fa molto femcel, rappresentando sostanzialmente in modo immediatamente visibile la disgregazione continua della mia anima, e focalizzando la generale permanente imperfezione del mio corpo su di un particolare punto oggettivamente percepibile. È in ogni caso simpatica però, perché è una via di mezzo tra le altre mute di cui sopra… e infatti fa schifo comunque, perché i compromessi sono sempre un po’ così. Ma purtroppo, se un giorno sono gatto e l’altro ragno, questo è il massimo a cui posso aspirare…