La NASA ha compiuto un nuovo passo importante verso il ritorno dell’uomo nello spazio profondo: la capsula Orion destinata alla missione Artemis 2 ha completato il caricamento di carburanti e gas ad alta pressione ed è stata trasferita dal Multi-Payload Processing Facility al Launch Abort System Facility del Kennedy Space Center, in Florida. Qui sarà dotata del sistema di fuga d’emergenza, un dispositivo alto 13,4 metri progettato per separare rapidamente la capsula dal razzo Space Launch System (SLS) in caso di problemi al decollo, grazie a potenti motori di spinta e controllo dell’assetto.
Questa fase segna un traguardo importante nei preparativi della prima missione Artemis con equipaggio, che vedrà quattro astronauti — Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e il canadese Jeremy Hansen — partire per un volo di circa dieci giorni attorno alla Luna, il primo viaggio umano verso lo spazio lunare dal 1972. Le date di lancio restano soggette a valutazioni tecniche e di sicurezza: l’obiettivo ufficiale è un decollo non oltre aprile 2026, ma nelle ipotesi più ottimistiche si punta a febbraio.
Negli ultimi mesi, Orion era stata sottoposta a verifiche e test presso la struttura di preparazione, inclusa la prova “suits-on”, in cui gli astronauti hanno indossato le tute pressurizzate Orion Crew Survival System per verificare i collegamenti ai sistemi di supporto vitale e comunicazione, simulando condizioni a terra e in volo.
Il completamento del sistema di fuga permetterà di passare alla successiva tappa logistica: l’assemblaggio finale con il razzo SLS all’interno del Vehicle Assembly Building del Kennedy Space Center. Il razzo, attualmente in fase di completamento, ospiterà Orion sulla piattaforma di lancio da cui partirà la missione, un banco di prova fondamentale per l’intero programma Artemis, che mira a stabilire una presenza umana duratura sulla superficie lunare.
Artemis 2 segue il successo di Artemis 1, che nel 2022 ha portato una capsula Orion senza equipaggio in orbita lunare e ritorno, dimostrando la validità del progetto. La missione successiva, Artemis 3, è prevista nel 2027 e sarà la prima a tentare l’allunaggio nell’ambito del programma.
Le aspettative restano alte, ma il team di astronauti invita alla prudenza. “Ufficialmente parliamo di aprile, ma cerchiamo sempre opportunità per partire prima”, ha dichiarato Christina Koch durante un incontro stampa a fine luglio. Victor Glover ha ribadito che mantenere una data limite richiede sempre piani alternativi per anticipare il lancio, se le condizioni lo permettono.
Se tutto procederà secondo i piani, nei prossimi mesi la NASA completerà l’integrazione del veicolo e una serie di test connessi, ultima verifica prima di dare il via libera alla missione che riporterà l’umanità oltre l’orbita terrestre bassa.