Alla University of Science and Technology di Shanghai un tam di scienziati ha dato vita a u quello che possiamo definire come il video più piccolo del mondo”, realizzato attraverso 2.024 atomi di rubidio. Non si tratta solo di un vezzo creativo, ma di una dimostrazione concreta dei progressi nella manipolazione della materia a livello quantistico. L’esperimento, ispirato al celebre paradosso del gatto di Schrödinger, mostra gli atomi che si spostano per ricreare i momenti chiave del pensiero del fisico austriaco: il gatto chiuso in una scatola, sospeso tra vita e morte finché l’osservatore non apre il contenitore.
Il risultato è stato possibile grazie all’impiego combinato di ottiche di precisione e algoritmi di AI. Gli atomi sono stati mossi utilizzando “pinzette ottiche”, fasci laser capaci di agire come minuscoli “raggio traente”, mentre un modello di apprendimento automatico calcolava in tempo reale la posizione ideale del raggio per spostare gli atomi senza errori.
Il tutto è avvenuto a una velocità impressionante: la riorganizzazione completa di oltre duemila atomi ha richiesto appena 60 millisecondi, un tempo irrisorio se confrontato con i metodi tradizionali che prevedevano lo spostamento degli atomi uno alla volta. Per renderlo percepibile a occhio umano, gli scienziati hanno dovuto rallentare le immagini di 33 volte.
C'è da dire che la possibilità di organizzare array di atomi in modo rapido e preciso rappresenta un tassello fondamentale verso computer quantistici più potenti e affidabili. Nei test riportati, il sistema ha mostrato livelli di accuratezza elevatissimi: il 99,97% nelle operazioni sui singoli qubit e il 99,5% nelle operazioni a due qubit. Numeri che, in un settore dove l’errore è uno degli ostacoli principali, fanno una grande differenza.
Il vero punto di forza del metodo sta nella sua scalabilità, poiché Il tempo di riorganizzazione resta costante anche se aumenta il numero di atomi: si tratta di un dettaglio importante se si pensa a sistemi futuri composti da decine di migliaia di qubit. Gli stessi autori sottolineano che il protocollo è già pronto per generare array privi di difetti su larga scala, elemento indispensabile per sviluppare tecniche di correzione degli errori, considerate la chiave per un quantum computing realmente funzionale.
Come spesso accade nella ricerca scientifica, un’idea creativa – un gatto quantistico composto da puntini luminosi – diventa l’occasione per mostrare la maturità crescente di una tecnologia destinata a trasformare calcolo, crittografia e simulazione di sistemi complessi.