Un gesto semplice come scrivere il proprio nome, per molti scontato, può rappresentare un traguardo inimmaginabile per alcune persone meno fortunate di noi. Audrey Crews è una di queste, una donna paralizzata da oltre vent'anni, per la quale questo traguardo è diventato realtà. Dopo una vita passanta nell'immobilità, è riuscita a tracciare le lettere del suo nome su uno schermo, utilizzando unicamente la forza del suo pensiero. Questo piccolo, grande miracolo tecnologico è stato reso possibile dall'interfaccia cervello-computer (BCI) sviluppata da Neuralink, l'azienda fondata da Elon Musk.
Audrey, che ha perso l'uso del corpo all'età di 16 anni, è la prima donna al mondo a ricevere questo impianto sperimentale e ha condiviso il suo emozionante progresso con il mondo attraverso un post su X, mostrando la foto del suo nome scritto in viola sul laptop. È stata lei stessa, identificata come "P9" all'interno dello studio clinico PRIME di Neuralink, a raccontare la sua esperienza e a spiegare in cosa consiste la tecnologia che le ha ridato una nuova forma di autonomia.
L'intervento, eseguito presso il centro sanitario dell'Università di Miami, ha comportato un'operazione chirurgica al cervello durante la quale le è stato impiantato un chip delle dimensioni di una moneta da un euro circa. Attraverso un foro praticato nel cranio, 128 sottilissimi fili sono stati inseriti nella sua corteccia motoria, l'area del cervello responsabile del movimento. Questi fili leggono i segnali neurali e li traducono in comandi digitali. Nonostante l'invasività della procedura, Audrey ha elogiato lo staff medico, descrivendolo come eccezionale. Tuttavia, Audrey ha tenuto a precisare un punto fondamentale per gestire correttamente le aspettative.
"Voglio chiarire che questo impianto non mi permetterà di camminare di nuovo o di recuperare il movimento. È strettamente per la telepatia".
Così ha spiegato, riferendosi alla capacità di controllare dispositivi esterni con la mente. Il suo obiettivo è quindi l'interazione digitale, non il ripristino delle funzioni motorie fisiche. Inutile dire che il suo post è diventato rapidamente virale, attirando l'attenzione dello stesso Elon Musk, che ha commentato con stupore.
"Sta controllando il suo computer solo con il pensiero. La maggior parte delle persone non si rende conto che questo è possibile".
Il caso di Audrey non è isolato, poiché un altro partecipante allo studio, Nick Wray ("P8"), ha condiviso la sua esperienza appena tre giorni dopo l'attivazione del suo impianto. Affetto da SLA, Wray ha parlato di un livello di "autonomia digitale" che non provava da anni, definendo un onore essere un pioniere in questo campo.
Per lui, un appassionato di fantascienza, l'opportunità di partecipare a un simile progresso scientifico è un'esperienza dal profondo significato personale, un'occasione che, come ha affermato, vale il prezzo della sua malattia.