Durante la scorsa giornata il cielo del Texas ha accolto un nuovo lancio di Blue Origin. Dopo settimane di attesa, il razzo suborbitale New Shepard ha compiuto con successo il suo 35° volo, conosciuto come missione NS-35. Il decollo è avvenuto alle 9:01 ora della costa Est degli Stati Uniti, con il veicolo che ha lasciato la base della compagnia di Jeff Bezos a West Texas, per una missione che ha avuto un valore più scientifico che turistico.
A bordo della capsula non c’erano passeggeri, bensì più di 40 carichi utili destinati a progetti di ricerca. Tra questi, spiccano 24 esperimenti provenienti dalla NASA TechRise Student Challenge, un’iniziativa che permette a studenti dalla scuola media fino alle superiori di ideare e testare le proprie idee nello spazio. Per molti ragazzi, è stata un’occasione unica per vedere concretizzato un lavoro nato sui banchi di scuola e sviluppato con il supporto dell’agenzia spaziale statunitense.
Il volo ha seguito la tipica traiettoria suborbitale di New Shepard, raggiungendo e superando la linea di Kármán, situata a circa 100 chilometri di altezza, che segna convenzionalmente il confine con lo spazio. Dopo circa sette minuti e mezzo dal decollo, il primo stadio è atterrato senza problemi a due miglia dalla rampa di lancio. La capsula, separata dal razzo, ha invece proseguito la sua discesa frenata da tre paracadute, toccando il suolo poco dopo il decimo minuto dal liftoff.
Il lancio era stato inizialmente programmato per il 23 agosto, ma rinviato a causa di problemi agli apparati di bordo del razzo. Un secondo tentativo il 26 agosto era stato ugualmente sospeso per la stessa ragione. Solo ieri, dopo una lunga serie di controlli sull’avionica, Blue Origin ha potuto dare il via libera al volo, chiudendo così un periodo di attesa per la comunità spaziale e per gli studenti coinvolti.
Il programma New Shepard è noto anche per i voli con equipaggio, che in passato hanno portato nello spazio turisti e personaggi noti, tra cui l’attore William Shatner. Questa volta, però, la priorità è stata data alla ricerca, con la missione NS-35 che ha spinto il numero complessivo dei payload trasportati dal razzo oltre quota 200. Un traguardo che sottolinea come il veicolo non sia solo un mezzo per il turismo spaziale, ma anche una piattaforma di test fondamentale per esperimenti in microgravità.