Per quanto riguarda Apple, il chip A18 Pro installato nell'iPhone 16 Pro Max dimostra ancora una volta la sua solidità: con impostazioni grafiche al massimo e risoluzione fissa a 704p, il device mantiene un costante 60 fps, a prescindere dal fatto che sia in carica o meno. Questo risultato è frutto di un equilibrio attento tra frequenza di clock e gestione termica in uno spazio estremamente ristretto, dove il sistema di raffreddamento ha margini limitati. Il punto di forza è, guarda caso, proprio l'efficienza, poiché il consumo oscilla tra i 4 W e i 5 W, garantendo un’autonomia di gioco prolungata senza surriscaldamenti eccessivi.
Dall’altra parte del ring, invece, Nintendo Switch 2 mette sul piatto una potenza notevole: in modalità docked il titolo viene renderizzato a 1.224p e in modalità portatile a 900p. Tuttavia, per assicurare la fluidità a 60 fps in ogni situazione, la console ricorre alla Dynamic Resolution Scaling, riducendo la risoluzione fino a 800p quando collegata alla base e a 600p staccata. L'escamotage consente di mantenere il target dei 60 fps anche nelle scene più complesse, ma il risultato finale può apparire meno nitido rispetto ai 704p fissi dell’iPhone.
Il rovescio della medaglia per Nintendo è il fabbisogno energetico, poiché Switch 2 raggiunge picchi tra i 18 W e i 19 W in modalità docked, e circa 9 W quando viene impugnata in portatile. Numeri che si traducono in un consumo superiore al 400% rispetto all’iPhone 16 Pro Max, evidenziando come la maggiore potenza di calcolo richieda compromessi in termini di autonomia e gestione del calore. In compenso, le dimensioni più generose della console permettono l’adozione di un dissipatore più efficiente, assente in uno smartphone dal form factor più compatto.