NON - DIVENTARE - RUMORE: la Chiacchiera di Heidegger, tra Podcasterone e Geopolitica

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Rick DuFer Jun 20, 2025 · 2 mins read
NON - DIVENTARE - RUMORE: la Chiacchiera di Heidegger, tra Podcasterone e Geopolitica
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Attenzione: la trascrizione è in parte gestita da IA e, per esigenze di adattamento, potrebbe non corrispondere completamente alla puntata relativa.
Dalla puntata del 20 giugno 2025.

Nel web e nei social media vedo sempre più una corsa alla reaction, un continuo affannarsi per racimolare views inseguendo trend e argomenti del giorno: senza approfondimento, senza competenza e privilegiando quantità alla qualità.

Tutti parlano indistintamente di ciò che fa rumore per qualche giorno, concorrendo al fenomeno del trend in un circolo vizioso che si autoalimenta in attesa di un nuovo argomento su cui fare un altro po’ di rumore.

Il pubblico poi pare alimentare compiaciuto questa folle macchina non rendendosi conto che stiamo progressivamente sacrificando la complessità per la superficialità, ormai divenuta imperante, e che a risentirne è il pubblico stesso perché finisce per fagocitare contenuti spiccioli, disinformati, ideati più per la reazione violenta che per la riflessione.

Contenuti che stanno progressivamente spegnendo il pensiero critico immergendoci in questa chiacchiera dilagante da cui, ormai, sembriamo irrimediabilmente assuefatti.

Proviamo a ragionarci a mente fredda?

Punti Chiave del Substack di Oggi:

1. La tragedia del rumore e della chiacchiera

  • Si parla di tutto senza capire niente, alimentando il caos informativo.

  • Heidegger chiamava questa chiacchiera “Gerede”: una presenza che si diffonde senza fondamento.

2. La diffusione dei trend e la superficialità

  • I trend nascono dall’infondatezza, non dalla vera informazione o approfondimento.

  • La società attuale alimenta discorsi senza senso, che vengono ripetuti e rinforzati come echo chamber.

3. La disumanizzazione del discorso pubblico

  • La superficialità e la mancanza di ascolto autentico portano a una perdita di valore e di umanità nei confronti di temi importanti.

  • Si discute di argomenti complessi come se fossero banalità, lasciando perdere la profondità.

4. La crisi nel dialogo e nell’approfondimento

  • Non si crea più spazio per un confronto vero, soprattutto online, che favorisca l’ascolto e il rispetto dei valori.

  • La tendenza è a parlare per confermare ciò che si pensa già, senza volersi mettere in discussione.

5. La tentazione di seguire il trend per ottenere visualizzazioni

  • La paura di essere ignorati o di perdere visibilità porta a parlare di tutto, anche di argomenti superficiali o sconosciuti.

  • La vera sfida è resistere a questa tentazione e mantenere il valore del discorso.

6. L’importanza di sottrarsi al caos

  • Sottrarsi al rumore significa preferire il silenzio, il pensiero approfondito e il rispetto della complessità.

  • Solo così si può preservare la qualità del ragionamento e dei valori autentici.

7. L’appello a un’etica della responsabilità

  • Chi crea e chi fruisce contenuti ha il dovere di essere consapevole e di rispettare il valore di ciò che si dice.

  • Si invita a essere selettivi, a privilegiare discorsi veramente significativi e a resistere alla banalità dilagante.

“Rick, dovresti parlare del Podcasterone”.

“Rick, cosa aspetti a fare un video su Israele e Iran?”

“Rick, devi per forza parlare di questo film, questa serie, questa cosa.

“Un filosofo non può sottrarsi a questo argomento particolare!”

“Aspetto un tuo video su…”.