Una nuova generazione di microreattori nucleari promette di elevare la capacità di produzione energetica statunitense. Perliamo di una tecnologia, sviluppata dalla californiana NuCube Energy, che raggiunge temperature superiori ai 1.000 gradi Celsius e che sarà testata presso il San Rafael Energy Research Center (USREL) a Orangeville, nello Utah. Questa fase rappresenta un passaggio chiave verso la commercializzazione di un sistema energetico compatto, autonomo e potenzialmente rivoluzionario per le aree industriali e rurali.
La struttura che ospiterà i test, gestita da un laboratorio energetico dello Utah, è attrezzata per valutare tecnologie avanzate in condizioni controllate. Il direttore dell’OED, Emy Lesofski, ha sottolineato l’importanza strategica di questo progetto per accelerare l’ingresso sul mercato di fonti energetiche pulite e affidabili, capaci di integrarsi con le comunità locali. La collaborazione con NuCube rientra in un piano più ampio di sperimentazione di soluzioni tecnologiche che siano allo stesso tempo sostenibili e scalabili.
Il cuore del progetto è un microreattore a fissione nucleare racchiuso in un contenitore in acciaio inox. Questo design compatto è stato scelto non solo per ragioni di sicurezza, ma anche per semplificare il processo di autorizzazione. Un aspetto particolarmente interessante è l’utilizzo del combustibile TRISO, già noto per la sua resistenza estrema e per la capacità di mantenere l’integrità anche in condizioni di stress.
Cristian Rabiti, CEO di NuCube, ha evidenziato che il sistema può operare in maniera completamente autonoma dalle reti elettriche esistenti, un vantaggio strategico per contesti isolati o fuori rete. Il reattore è in grado non solo di generare elettricità, ma anche di fornire calore diretto a processi industriali ad alta temperatura, una caratteristica che lo rende competitivo con il gas naturale in termini di efficienza e costi.
Inoltre, grazie alla possibilità di integrazione con tecnologie per la conversione energetica o per la produzione chimica, questo microreattore offre una flessibilità applicativa notevole. Secondo l’azienda, potrebbe rappresentare una valida opzione per garantire energia pulita, affidabile e continua anche in territori remoti dove l’accesso all’energia è limitato o assente.
La collaborazione tra NuCube e USREL è stata formalizzata attraverso protocolli d’intesa che aprono la strada a un futuro in cui moduli reattivi compatti potranno essere dispiegati rapidamente, riducendo tempi e costi di implementazione rispetto ai tradizionali impianti nucleari. Il laboratorio dello Utah, già noto per aver testato cicli avanzati come quello a CO₂ supercritica, si conferma così uno dei poli di riferimento nella sperimentazione di soluzioni energetiche avanzate.