Nuovo telescopio rettangolare potrebbe trovare terre gemelle in 3 anni

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HDblog.it Sep 06, 2025 · 2 mins read
Nuovo telescopio rettangolare potrebbe trovare terre gemelle in 3 anni
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Un’idea semplice ma potenzialmente dirompente potrebbe accelerare la ricerca di mondi abitabili fuori dal Sistema solare. Un gruppo guidato dalla professoressa Heidi Newberg del Rensselaer Polytechnic Institute ha presentato un concetto di telescopio spaziale con uno specchio non circolare, ma allungato e rettangolare. Secondo i calcoli, questa configurazione consentirebbe di distinguere un pianeta simile alla Terra dalla luce della sua stella madre in tempi molto più rapidi rispetto agli strumenti attuali.

La sfida di chi cerca una “Terra 2.0” è chiara: individuare pianeti con acqua liquida sulla superficie. L’acqua emette la sua radiazione più caratteristica nell’infrarosso medio, attorno ai 10 micron. Per separare il segnale di un pianeta da quello, enormemente più brillante, della stella a circa 30 anni luce di distanza, servirebbe un telescopio con una capacità di raccolta della luce equivalente a uno specchio di 20 metri di diametro. Un obiettivo che oggi sembra irraggiungibile: il James Webb Space Telescope, il più avanzato che abbiamo in orbita, arriva a 6,5 metri.

Le alternative finora discusse dagli astronomi non sono semplici. Progetti basati su più telescopi che volano in formazione, capaci di simulare un grande specchio virtuale, richiederebbero una precisione di posizionamento nell’ordine della grandezza di una molecola. Altre proposte, come quelle dei cosiddetti starshade (enormi parasole spaziali da lanciare su veicoli separati per oscurare la stella bersaglio), avrebbero costi e consumi di carburante proibitivi.

Da qui l’idea di Newberg: usare uno specchio rettangolare, lungo 20 metri ma largo solo 1, capace di garantire la risoluzione necessaria in una sola direzione. Il telescopio potrebbe ruotare attorno al proprio asse per scandagliare il cielo in ogni orientamento. In questo modo si otterrebbe la separazione tra pianeta e stella senza dover affrontare le complessità ingegneristiche di una struttura circolare gigantesca.

Secondo le simulazioni, un telescopio di questo tipo potrebbe rivelare fino alla metà dei pianeti potenzialmente abitabili attorno alle stelle simili al Sole situate entro 30 anni luce. Se la media fosse davvero quella di un pianeta per ogni stella, si parlerebbe di circa 30 mondi candidati da osservare più da vicino. Tutto ciò in un arco di tempo sorprendentemente breve: meno di tre anni di osservazioni continue.

A quel punto, con successivi studi spettroscopici si potrebbero analizzare le atmosfere dei pianeti, cercando tracce di ossigeno o altri indizi di attività biologica. Un elenco ristretto di candidati aumenterebbe anche le probabilità che, un giorno, sonde o missioni interstellari possano puntare verso destinazioni precise, con l’obiettivo di osservare direttamente la superficie di altri mondi.