Pare che NVIDIA sia pronta a riprendere a vendere chip AI alla Cina: l'informazione è stata diffusa da NVIDIA stessa, tramite un post sul proprio blog ufficiale, e arriva dopo mesi piuttosto turbolenti da questo punto di vista, per via delle limitazioni imposte dal governo americano, che teme uno sfruttamento di questa tecnologia per fini bellici. Nello specifico, la società di Jensen Huang, la prima nella storia a raggiungere i 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione proprio grazie all’AI, potrà tornare a vendere i suoi acceleratori H20.
Nel post, NVIDIA ha detto che le autorizzazioni del governo dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Contestualmente, la società ha annunciato una nuova linea di acceleratori chiamati RTX Pro, pensati espressamente per la Cina e completamente aderenti alle restrizioni imposte dagli USA (nella speranza, naturalmente, che tali restrizioni non cambino nuovamente nel corso dei prossimi mesi: come sappiamo, per certi aspetti l’amministrazione attuale si è dimostrata molto volatile, per così dire, incline a cambiare rotta con una certa facilità e rapidità).
Proprio il chip H20 è una dimostrazione lampante di ciò: NVIDIA l’aveva progettato apposta per il mercato cinese, però poi il governo USA aveva imposto nuove restrizioni che l’avevano reso illegale. Grandi colossi cinesi come Alibaba, Tencent e ByteDance (quelli di TikTok) avevano lanciato una corsa all’accumulo nei primi mesi dell’anno, prima che venisse proibito, ma secondo le stime NVIDIA ci ha rimesso diversi miliardi di dollari, tra i 5 e i 15 stimati, in mancate vendite. Tuttavia, il ban è durato tecnicamente poco, perché già ad aprile Jensen Huang partecipò a una cena indetta da Trump alla sua residenza di Mar-a-Lago che fu definita molto fruttuosa, e il ban fu temporaneamente sospeso. Pochi giorni dopo, NVIDIA annunciò l’intenzione di costruire datacenter AI sul suolo americano per investimenti pari a 500 miliardi di dollari.
In questi giorni Jensen Huang, fondatore e attuale amministratore delegato di NVIDIA, si è fatto notare per alcune osservazioni significative sullo stato globale del settore dell'intelligenza artificiale, sottolineando in particolare come ben il 50% dei ricercatori che nel mondo si occupano di questo argomento siano cinesi. Ha anche detto che per sfruttare l’AI a livello militare non sono necessari chip potenti come gli H20: si possono ottenere risultati importanti con molto meno hardware.