A differenza di ChatGPT, che dialoga con l’utente in una conversazione continua, Oboe genera un vero e proprio “corso” strutturato: testi simili a capitoli introduttivi, schede di sintesi, FAQ e persino podcast con conduttori sintetici che spiegano gli argomenti in stile divulgativo. In modo simile a Perplexity, Oboe non usa una tecnologia proprietaria, ma aggrega LLM di diverse altre aziende (senza però rivelare quali).
Elissa Welse di The Verge ha provato l'app e spiega che dopo aver chiesto un approfondimento sul cemento, Oboe le ha prodotto un lungo testo diviso in più capitoli e infarcito di immagini prese da Wikimedia. L'utente può navigare tra una scaletta di diversi contenuti: una panoramica breve (tempo di lettura di 2 minuti) con l'argomento trattato in semplici punti, oppure un testo più approfondito (tempo 10 minuti); sono anche presenti delle FAQ riassuntive e un podcast generato dall'AI per chi non ha voglia o tempo di leggere.
Secondo la Welse, la qualità del testo non era granché, ma nemmeno pessima: c'erano diverse informazioni, ma ne mancavano di fondamentali. L'azienda promette che l'AI migliorerà man mano che gli utenti la utilizzeranno.
Il problema, almeno per ora, resta la fiducia. Nonostante i passi da gigante fatti dal settore, le AI continuano ad avere un problema di allucinazioni: spesso inventano le informazioni e questo è particolarmente vero (e pericoloso) più l'argomento diventa tecnico.
Oboe non inserisce citazioni né link alle fonti, lasciando agli utenti l’onere di verificare i dati. Zicherman assicura che l'azienda sta lavorando ad una soluzione: innanzitutto, in futuro l'AI includerà riferimenti nelle sue risposte utili a verificare l'attendibilità delle medesime; inoltre, Oboe già oggi da affidamento su altre AI, indipendenti, istruite per verificare la veridicità dei contenuti che ha prodotto. Insomma, l'AI userà l'AI per accertarsi di non aver generato sciocchezze.
The Verge segnala anche che, almeno per ora, manca un metodo per segnalare rapidamente le imprecisioni: chi trova un dato sbagliato deve ancora contattare direttamente l’azienda per email. Le altre piattaforme, al contrario, offrono strumenti di feedback rapidi integrati all'interno della chat.
Nel frattempo, come rivela uno studio di OpenAI, sempre più persone si rivolgono ad AI come Claude e ChatGPT proprio per cercare informazioni, un'attività che supera di molto l'uso per scopi professionali di questi strumenti. Ma proprio per questo, la concorrenza non manca e per vincere in questo campo sempre più affollato, Oboe dovrà dimostrare di avere più di qualche asso nella manica dalla sua. Ci riuscirà? Solo il tempo potrà dirlo.