Potremmo definirla come una vera sentinella hi-tech, quella inviata nello spazio per proteggere la Terra dalle fiamme. A soli tre mesi dal suo lancio, il satellite FireSat Protoflight, precursore di un'ambiziosa costellazione, ha inviato le sue prime, eccezionali immagini. Questo progetto, nato dalla sinergia tra l'azienda spaziale Muon Space e l'organizzazione no-profit Earth Fire Alliance, segna l'alba di un nuovo approccio nella lotta contro gli incendi boschivi, una piaga che affligge il nostro pianeta con sempre maggiore frequenza e intensità. L'obiettivo è fornire a chi opera sul campo, dai primi soccorritori ai decisori politici, dati in tempi rapidissimi per mitigare la minaccia degli incendi e proteggere comunità ed ecosistemi.
Il primo prototipo di questa rete di sorveglianza è stato messo in orbita il 14 marzo scorso, partendo dalla base spaziale di Vandenberg a bordo di una missione di SpaceX. Le immagini inaugurali, diffuse di recente, confermano la piena operatività dei sofisticati strumenti a bordo. Da un'orbita terrestre bassa, il satellite ha utilizzato i suoi sensori a infrarossi multi-banda per analizzare il paesaggio alla ricerca di specifiche firme termiche, indicatori inequivocabili della presenza di un rogo. Dan McCleese, capo scienziato di Muon Space, ha sottolineato l'importanza di questo traguardo, evidenziando come la capacità di ottenere immagini a infrarossi di tale qualità rappresenti una delle sfide tecniche più complesse nel campo del telerilevamento.
La tecnologia impiegata è notevole: il satellite è in grado di scandagliare la superficie terrestre simultaneamente in sei diverse bande dell'infrarosso (visibile, vicino, corto, medio e lungo), permettendo così di eliminare i falsi positivi e di individuare anche incendi a temperature più basse. Dalla sua posizione orbitale, FireSat può identificare roghi di dimensioni molto contenute, fino a circa 5 metri, coprendo una fascia di territorio larga ben 1.500 chilometri.
Le prime scansioni hanno già dato prova di queste straordinarie capacità. Il satellite ha immortalato i segni di calore in aree rurali e urbane, come la pista di un aeroporto a Sydney, in Australia, ma si è spinto anche su zone più remote e complesse. Ha sorvolato il vulcano Kīlauea alle Hawaii, catturando le immagini delle sue fontane di lava, e ha analizzato il complesso petrolifero di Sarir in Libia, riuscendo a distinguere le varie fiammate di gas.
Questo è solo l'inizio, infatti, il piano prevede il lancio di un primo blocco di tre ulteriori satelliti FireSat nel 2026, con l'intera costellazione, composta da oltre 50 satelliti, che dovrebbe diventare pienamente operativa entro il 2030. Una volta a regime, questo sistema permetterà di scansionare ogni punto del pianeta ogni 20 minuti, con una frequenza ancora maggiore nelle aree a più alto rischio di incendio.