OpenAI e Jony Ive: lo sviluppo del loro device rallentato da problemi tecnici

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HDblog.it Oct 06, 2025 · 2 mins read
OpenAI e Jony Ive: lo sviluppo del loro device rallentato da problemi tecnici
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Stando a quanto riportato dal Financial Times, una fonte vicina al team di Ive ha spiegato che “la potenza di calcolo è un altro enorme fattore di ritardo”. Mentre aziende come Amazon e Google possono contare su infrastrutture consolidate per i loro dispositivi Alexa e Home, OpenAI starebbe ancora lottando per garantire capacità sufficienti a sostenere ChatGPT, figuriamoci un prodotto hardware destinato al consumo di massa. Un membro del team OpenAI, tuttavia, ha minimizzato le difficoltà, definendole “fisiologiche” nelle fasi di sviluppo di un nuovo prodotto.

Le problematiche non si limiterebbero alla disponibilità di risorse computazionali.
Secondo le fonti, la società deve ancora sciogliere nodi legati al software, alla definizione della “personalità” del modello e alla gestione della privacy. Capire come e quando l'assistente debba intervenire nelle conversazioni, evitando che parli troppo o che taccia nei momenti sbagliati, è una delle sfide principali.

“Il concetto è che tu debba avere un amico che è un computer, ma non la tua strana fidanzata AI... come Siri, ma migliore”, ha raccontato una persona informata sul progetto. Altri membri del team precisano che la personalità del modello “non deve essere troppo servile né troppo diretta, deve essere utile ma capace di smettere di parlare al momento giusto”.

L'ambiziosa collaborazione tra la società guidata da Sam Altman e l'ex capo del design di Apple, avviata dopo l'acquisizione della sua società LoveFrom io per 6,5 miliardi di dollari lo scorso maggio, punta a creare un assistente personale compatto e privo di schermo, capace di interagire con l'ambiente circostante e di rispondere ai comandi vocali e visivi dell'utente.

Il dispositivo, sviluppato da Ive e dal suo team di designer, avrebbe le dimensioni di uno smartphone e integrerebbe microfoni, altoparlanti e telecamere — forse più di una. È pensato per restare su una scrivania o un tavolo, ma può essere portato con sé. Una delle funzioni principali sarebbe la modalità “always on”: l'assistente rimarrebbe costantemente attivo, raccogliendo dati ambientali per costruire una memoria virtuale capace di personalizzare e contestualizzare le risposte.

La sfida non è solo tecnologica ma anche di posizionamento. Il nuovo prodotto dovrà infatti confrontarsi con un mercato che ha già visto tentativi falliti come Friend, l'assistente AI da indossare al collo criticato per il suo comportamento “inquietante”, o AI Pin di Humane, un progetto finanziato personalmente da Altman e poi accantonato.