OpenAI e Jony Ive: un nuovo capitolo per l'AI, tra miliardi e ostacoli legali

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HDblog.it Jul 10, 2025 · 2 mins read
OpenAI e Jony Ive: un nuovo capitolo per l'AI, tra miliardi e ostacoli legali
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L'unione tra OpenAI e la mente del design che ha plasmato i successi di Apple è ufficiale. L'acquisizione della startup di Jony Ive è stata finalizzata, segnando un passo concreto verso la creazione di una nuova generazione di dispositivi basati sull'intelligenza artificiale. Tuttavia, il percorso per arrivare a questo punto non è stato privo di ostacoli e ha richiesto un inaspettato cambio di rotta.

Inizialmente annunciata con grande clamore, con un video che vedeva protagonisti il CEO di OpenAI, Sam Altman, e lo stesso Ive, l'operazione ha subito una brusca frenata. Una causa legale per violazione di marchio ha infatti costretto la società a fare un passo indietro. A intentare l'azione è stata Iyo, una startup nata da un progetto di Google e attiva nel settore dei dispositivi acustici, che ha contestato l'uso del nome "io", scelto da Ive per la sua nuova avventura. Questo intoppo ha portato alla rimozione di tutto il materiale promozionale, incluso il video di presentazione, e ha imposto una soluzione formale: la startup di Ive è stata rinominata ufficialmente "io Products, Inc.".

Superato l'incidente di percorso, l'accordo da quasi 6,5 miliardi di dollari (circa 6 miliardi di euro), pagati interamente in azioni, è stato chiuso. Il team di "io Products, Inc." è ora parte integrante di OpenAI e lavorerà a stretto contatto con i ricercatori e gli ingegneri di San Francisco.

L'obiettivo dichiarato è quello di sviluppare prodotti capaci di ispirare e potenziare le persone, ripensando l'interazione umana con la tecnologia più avanzata. È importante sottolineare che Jony Ive e il suo studio di design, LoveFrom, manterranno la loro indipendenza. Assumeranno però un ruolo centrale e profondo nelle responsabilità creative e di design per tutti i progetti di OpenAI. Questa collaborazione non si limiterà quindi al solo hardware, ma influenzerà l'intera esperienza utente dei prodotti futuri della casa madre di ChatGPT.

La visione condivisa da Altman e Ive è ambiziosa: creare una famiglia di dispositivi che superi i limiti degli attuali smartphone e computer, strumenti che, secondo Ive, appartengono a un'epoca passata. L'idea è quella di dar vita a un'interfaccia con l'AI che sia più naturale, intuitiva e meno invasiva, forse addirittura priva di schermo.

Sebbene i dettagli sui primi prodotti siano ancora avvolti nel mistero, l'unione di queste due forze promette di accelerare in modo significativo lo sviluppo di un hardware pensato nativamente per l'era dell'intelligenza artificiale. Sarà la volta buona dopo i fallimenti di altri progetti simili? Lo vedremo.