OpenAI fa sapere di aver apportato alcune modifiche al suo assistente di coding, Codex, introducendo una serie di aggiornamenti pensati per renderlo un collaboratore ancora più integrato ed efficiente.
La novità principale è l'introduzione del modello linguistico GPT-5, che sulla carta dovrebbe portare un salto di qualità nelle capacità di comprensione e generazione del codice. L'accesso a queste nuove funzionalità non richiederà passaggi complessi, poiché sarà disponibile direttamente attraverso il piano ChatGPT che gli utenti già utilizzano.
Ma la potenza del nuovo modello non èe la miglioria principale, poiché è stato modificato il modo in cui Codex si integra nel flusso di lavoro quotidiano di uno sviluppatore. L'obiettivo di OpenAI è superare il concetto di strumento a sé stante per trasformare Codex in un agente unificato, una presenza costante e intelligente che opera trasversalmente su tutte le piattaforme.
Tutto ciò si concretizza grazie a una nuova estensione per l'IDE (l'ambiente di sviluppo integrato), così il sistema è ora capace di agire direttamente dove il codice viene scritto. La sua azione si estende anche al terminale, al cloud, e persino a GitHub, dove potrà assistere nelle revisioni del codice, suggerendo modifiche e ottimizzazioni. È stata infine rinnovata anche la CLI, l'interfaccia a riga di comando, per un'interazione più fluida e potente.
Questa nuova architettura permette una flessibilità aumentata, sarà infatti possibile spostare le attività tra il proprio computer locale e l'ambiente cloud con estrema facilità, mantenendo sempre il contesto e l'assistenza dell'AI. Che ci si trovi alla scrivania, si stia lavorando da un terminale remoto o si controlli un progetto dal proprio smartphone, Codex sarà lì, collegato al proprio account ChatGPT, pronto a intervenire.
Per chiunque voglia esplorare queste nuove frontiere, OpenAI ha già reso disponibile un hub per sviluppatori completamente rinnovato.