OpenAI ha comunicato di aver raggiunto i 10 miliardi di dollari (circa 9,3 miliardi di euro) in ricavi annuali ricorrenti, una cifra che rappresenta quasi il doppio rispetto ai 5,5 miliardi registrati lo scorso anno. Il dato, riportato da CNBC e confermato da un portavoce dell’azienda, include tutte le principali fonti di incasso: i prodotti per consumatori, le soluzioni per le aziende basate su ChatGPT e l’accesso alle API.
A fare la differenza, oltre alla crescita dell’interesse globale per l’AI, è stata soprattutto la diffusione capillare dei servizi dell’azienda. Secondo i numeri forniti, oggi OpenAI serve oltre 500 milioni di utenti attivi a settimana e conta 3 milioni di aziende abbonate ai suoi servizi professionali.
Questi risultati arrivano a poco più di due anni e mezzo dal lancio ufficiale di ChatGPT, il chatbot basato su modelli linguistici avanzati che ha catalizzato l’attenzione del pubblico e delle imprese. Il percorso di crescita, tuttavia, è appena iniziato: OpenAI ha infatti fissato un ambizioso obiettivo di fatturato di 125 miliardi di dollari entro il 2029, che rappresenterebbe un incremento di oltre dodici volte rispetto ai dati attuali.
Tuttavia, dietro l’euforia dei numeri si nasconde anche una realtà fatta di spese colossali. L’azienda guidata da Sam Altman continua infatti a investire cifre molto elevate per il reclutamento dei migliori talenti del settore e per l’ampliamento delle infrastrutture necessarie all’addestramento e al funzionamento dei suoi modelli di AI. Se da un lato si parla del boom di ricavi, OpenAI non ha reso noti i dettagli sui propri costi operativi, né ha fornito indicazioni chiare su un eventuale avvicinamento al pareggio di bilancio, che a quanto pare resta ancora una chimera.
L’espansione dell’ecosistema OpenAI ha beneficiato anche di importanti collaborazioni strategiche, prima fra tutte quella con Microsoft, che ha integrato i modelli linguistici nei suoi prodotti e servizi cloud. Questo ha permesso a OpenAI di accrescere la visibilità dei propri strumenti tra le aziende e di consolidare il modello di business legato alla licenza d’uso delle API.
Nel frattempo, la concorrenza si fa più agguerrita e sappiamo bene come Google, Anthropic, Meta e altri attori del settore stiano spingendo per conquistare quote di mercato nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, allo stato attuale OpenAI si conferma come uno dei protagonisti della corsa globale all’AI, con un modello che oggi fa scuola e che verrà ricordato anche nei prossimi anni per come è stato in grado di influenzare profondamente lo sviluppo tecnologico.