Un team di scienziati giapponesi ha osservato per la prima volta un lampo gamma generato da un fulmine. Lo studio, condotto dall’Università di Osaka e pubblicato sulla rivista Science Advances, ha documentato in modo dettagliato quello che viene definito un "terrestrial gamma-ray flash" (TGF) grazie a una sofisticata rete di sensori installata nella città di Kanazawa, nella prefettura di Ishikawa. Utilizzando strumenti ottici, a radiofrequenza e per la rilevazione di radiazioni ad alta energia, i ricercatori hanno seguito l’intero processo che ha portato alla formazione di questo evento energetico estremo.
Il fenomeno è avvenuto quando due scariche elettriche, una in discesa dalla nube e l’altra in salita da una torre per trasmissioni televisive, si sono incontrate. Poco prima del contatto tra i due canali di scarica, è stato rilevato il lampo gamma, che si è sviluppato in un arco di tempo di appena 50 microsecondi: 31 prima dell’unione dei percorsi e i successivi 20 dopo il contatto. In quel brevissimo intervallo, si è formato un campo elettrico altamente concentrato che ha accelerato gli elettroni presenti nell’aria fino a velocità prossime a quella della luce.
Fino ad ora, l’ipotesi secondo cui i TGFs potessero essere generati dai fulmini era sostenuta da modelli teorici, ma la brevità del fenomeno ne rendeva difficile la conferma diretta. Questa osservazione sperimentale costituisce una delle prime prove concrete, colmando un'importante lacuna nella nostra comprensione dei processi energetici terrestri.
L’intensità dello scarico elettrico registrato – pari a 56 kiloampere – ha contribuito in modo decisivo all’accelerazione degli elettroni. Questo tipo di emissione gamma era finora stato associato solo a fenomeni cosmici, come le esplosioni stellari o le emissioni da buchi neri, rendendo ancora più sorprendente il fatto che possa verificarsi nella nostra atmosfera.
Yuuki Wada, autore principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di poter analizzare processi così estremi direttamente sulla Terra. La possibilità di osservare i lampi gamma terrestri in modo dettagliato può infatti aiutare a sviluppare modelli più precisi su come si comportano i fulmini e le loro interazioni con strutture artificiali.
Secondo Harufumi Tsuchiya, autore senior, questa scoperta rappresenta un passo avanti determinante nella comprensione della dinamica dei fulmini e apre nuove prospettive nello studio di eventi atmosferici estremi. I dati raccolti potrebbero in futuro contribuire a migliorare la sicurezza di edifici e infrastrutture esposti ai rischi derivanti da fenomeni ad alta energia.
Il risultato offre un’inedita finestra su ciò che accade durante un temporale violento e nel contempo amplia il campo delle ricerche sui lampi gamma, dimostrando che la Terra può generare eventi energetici simili a quelli osservati nello spazio profondo.