Dei pannelli fotovoltaici che non impiegano silicio o vetro ma plastica riciclata. È questa l'ultima innovazione del solare, che punta nella direzione di minimizzare l'impatto ambientale, e dunque verso l'incremento della sostenibilità ambientale, di strumenti che già, di base, danno una mano all'ambiente.
Ed è un'innovazione tutta italiana: il progetto, pubblicato nella rivista della Royal Society of Chemistry, appartiene infatti all'Università di Pisa, che ha sviluppato e testato una tecnologia innovativa per ricavare energia elettrica dai raggi solari in modo più sostenibile. Il lavoro si è svolto nell’ambito di "LUCE", un progetto PRIN finanziato dall’Unione Europea. Per l’Università di Pisa, insieme al professor Pucci, lavorano a LUCE il dottor Marco Carlotti, e i giovani ricercatori Alberto Picchi e Hanna Pryshchepa, in collaborazione con il CNR-ICCOM di Firenze e l’Università di Napoli Federico II.
Si tratta di concentratori solari luminescenti, cioè delle lastre trasparenti e colorate in materiale acrilico (PMMA) che viene ottenuto dalla rigenerazione di rifiuti plastici, lastre capaci di catturare la luce solare e convogliarla a dei piccoli moduli fotovoltaici installati sui bordi. Questa tecnologia, che può essere integrata in vetrate, pensiline, serre e facciate trasparenti, abbina prestazioni elevate a un ridotto impatto ambientale.
Abbiamo dimostrato che è possibile ottenere concentratori solari per pannelli fotovoltaici efficienti utilizzando plastica rigenerata invece di materie prime fossili – spiega il professor Andrea Pucci, che ha coordinato la ricerca –. Il nostro obiettivo è portare il solare dentro le città, in modo colorato e sostenibile.
La ricerca ha confrontato per la prima volta, in modo sistematico, le prestazioni di pannelli solari realizzati con plastica acrilica vergine con quella ottenuta da processi di riciclo chimico. I risultati hanno mostrato che, a parità di prestazioni elettriche e ottiche, i pannelli in plastica riciclata permettono una riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) fino al 75%. I test di laboratorio e in condizioni reali (su tetti e facciate esposte al sole) hanno confermato la validità dei materiali e la loro durata nel tempo.
Una prima applicazione di questa tecnologia è già visibile nella pensilina fotovoltaica installata a Livorno nel 2023, nata da un progetto dell’Università di Pisa finanziato dalla Regione Toscana, in cui però erano state utilizzate delle lastre in acrilico da sintesi, non riciclate.
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