Pannelli solari retrattili per satelliti: una startup USA affronta il caos orbitale

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HDblog.it Jul 06, 2025 · 2 mins read
Pannelli solari retrattili per satelliti: una startup USA affronta il caos orbitale
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Navigare nello spazio sta diventando un'impresa sempre più complessa e rischiosa. L'orbita terrestre bassa, in particolare, è un'autostrada sempre più congestionata, non solo da satelliti attivi, ma anche da una quantità crescente di detriti spaziali, frammenti di vecchie missioni che sfrecciano a velocità vertiginose. Ogni collisione, anche con un piccolo pezzo, può essere catastrofica e generare a sua volta migliaia di nuovi, pericolosi proiettili. In questo scenario, la capacità di un satellite di muoversi con agilità, schivando ostacoli imprevisti, diventa fondamentale per la sua sopravvivenza e il successo della missione.

È proprio per rispondere a questa esigenza critica che una startup della Georgia, Atomic-6, sta sviluppando una tecnologia molto particolare: dei pannelli solari retrattili. L'idea è quella di permettere a un satellite di "ritirare" le sue delicate e ingombranti ali fotovoltaiche quando si avvicina a una zona ad alto rischio di collisione, per poi dispiegarle nuovamente una volta passato il pericolo. Questo conferisce al veicolo spaziale una manovrabilità senza precedenti, riducendo drasticamente la sua sezione trasversale e, di conseguenza, la probabilità di un impatto fatale.

Questa innovazione non è passata inosservata. La US Space Force, il braccio militare statunitense dedicato alle operazioni spaziali, ha mostrato un forte interesse per questa capacità di "richiudersi e ridispiegarsi". Ha quindi deciso di investire nella Atomic-6, siglando un accordo di finanziamento da 2 milioni di dollari (circa 1,87 milioni di euro). L'intesa, formalizzata attraverso un programma che unisce fondi per la ricerca destinati a piccole imprese e capitali privati, mira ad accelerare lo sviluppo di tecnologie a duplice uso, civile e militare.

Nei prossimi 21 mesi, l'azienda, fondata nel 2018 da Trevor Smith, si concentrerà sui test e sulla qualificazione della sua tecnologia "Light Wing". Questo sistema si basa su un brevetto che include un "albero spaziale" e una "cerniera spaziale", progettati per consentire retrazioni e dispiegamenti rapidi e affidabili, anche dopo lunghi periodi in orbita.

Il team di Atomic-6, che vanta nel suo comitato consultivo nomi di spicco come l'astronauta Chris Hadfield, non è nuovo a collaborazioni con enti governativi. In passato, ha già ottenuto finanziamenti dalla NASA e dal Dipartimento della Difesa per altri progetti all'avanguardia, come le mattonelle "Space Armor", uno scudo protettivo per satelliti contro l'impatto di detriti e potenziali minacce, in grado anche di schermare dalle interferenze a radiofrequenza senza compromettere le comunicazioni del satellite stesso.

L'urgenza di soluzioni come quelle proposte da Atomic-6 è sottolineata dai dati dell'Agenzia Spaziale Europea, che ha registrato diverse collisioni significative nel 2024, eventi che continuano ad alimentare una pericolosa reazione a catena.