Paradromics, azienda statunitense fondata nel 2015, ha raggiunto un traguardo significativo nel campo delle neurotecnologie: il primo impianto e successiva rimozione del proprio dispositivo cerebrale Connexus BCI su un paziente umano. L’intervento, effettuato il 14 maggio presso l’Università del Michigan durante un’operazione chirurgica già prevista per trattare l’epilessia, ha richiesto soltanto 20 minuti e ha permesso di registrare attività neurale in tempo reale.
Il progetto ha preso forma grazie alla collaborazione con il team medico guidato dal professor Oren Sagher, esperto di neurochirurgia, e dal dottor Matthew Willsey, docente di ingegneria biomedica. Il dispositivo è stato testato in regime di ricerca, concesso per tecnologie sperimentali che non presentano rischi elevati per i pazienti.
Paradromics non è nuova a questo settore: da anni lavora allo sviluppo di un'interfaccia cervello-computer in grado di aiutare persone con gravi disabilità motorie a comunicare con il mondo esterno. La sua piattaforma promette una lettura dei segnali neurali a livello dei singoli neuroni, offrendo una risoluzione maggiore rispetto ad alcune soluzioni concorrenti.
L’azienda ha definito l’evento un punto di svolta: “Questa operazione segna l’ingresso nella fase clinica per Paradromics”, ha dichiarato il fondatore e CEO Matt Angle. “Dopo anni di studi preclinici, siamo finalmente pronti ad avvicinarci all’applicazione sui pazienti.”
Il successo dell’impianto segna un passo avanti nella corsa all’adozione di BCI (Brain-Computer Interface) per scopi medici. Sebbene il dispositivo non abbia ancora ricevuto l’approvazione ufficiale della Food and Drug Administration (FDA), l’azienda si prepara a lanciare uno studio clinico più esteso entro la fine dell’anno, volto a valutarne sicurezza ed efficacia su persone con paralisi o altri disturbi neurologici gravi.
Paradromics si unisce così a un gruppo crescente di aziende che cercano di portare la tecnologia BCI dal laboratorio alla realtà clinica. Tra queste spicca Neuralink di Elon Musk, che ha recentemente avviato i suoi trial clinici dopo aver ottenuto la designazione di “dispositivo innovativo” dalla FDA per un impianto pensato per il recupero della parola. Cinque pazienti con paralisi stanno già utilizzando il sistema di Neuralink per controllare dispositivi digitali con il pensiero.
Altri attori emergenti come Synchron – sostenuta da Jeff Bezos e Bill Gates – e Precision Neuroscience stanno anch’essi sviluppando tecnologie simili, segnalando un crescente interesse globale per le potenzialità delle interfacce neurali.
Paradromics, che finora ha raccolto finanziamenti per circa 93 milioni di euro, ha anche annunciato una partnership con il progetto NEOM in Arabia Saudita, aprendo la porta a collaborazioni internazionali e a una futura espansione globale del suo impianto. L'azienda si propone come una delle protagoniste della nuova frontiera della neuroingegneria, in cui l’AI e la tecnologia convergono per offrire nuove opportunità terapeutiche a chi non può comunicare o muoversi.