Venerdì 12 settembre, a Roma, una neonata è morta poco dopo il parto in una casa maternità nel quartiere Testaccio, presso la struttura “Il Nido”. Secondo le prime dichiarazioni dell’ostetrica responsabile, la bambina “quando è nata non si muoveva” e nonostante i tentativi di rianimazione e il pronto intervento del 118, non è stato possibile salvarla.
Questo tragico evento ha riportato sotto i riflettori un modello di assistenza che sta guadagnando attenzione in Italia, quello delle case maternità. Cosa sono, come devono funzionare, quali norme e regole devono rispettare per tutelare la salute di madre e neonato?
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Le case maternità sono strutture extraospedaliere pensate per assistere donne con gravidanze a basso rischio. Non medicalizzate come gli ospedali, queste strutture sono gestite da ostetriche, e offrono un ambiente più familiare e rilassato per il parto. L’obiettivo è garantire assistenza personalizzata, riducendo l’interventismo medico e promuovendo un’esperienza più naturale del parto.
Differenze rispetto al parto in ospedale
A differenza dell’ospedale, le case maternità non dispongono di reparti di terapia intensiva neonatale o strumenti medici complessi. Sono pensate solo per gravidanze senza complicazioni, con protocolli chiari per trasferimenti immediati in ospedale in caso di emergenza. L’ambiente più intimo e la presenza costante di ostetriche permettono un’assistenza più diretta e personalizzata.
Case maternità: regole e requisiti
Le case maternità sono disciplinate su base regionale. Ciò significa che ogni Regione stabilisce limiti, requisiti e protocolli di sicurezza, in linea con le linee guida nazionali del Comitato Percorso Nascita. Queste norme definiscono quali gravidanze possono essere seguite in strutture extraospedaliere e come garantire la continuità dell’assistenza.
Ogni casa maternità deve avere almeno due ostetriche presenti durante il parto. Sono obbligatorie dotazioni minime di strumenti e farmaci per garantire sicurezza, monitoraggio della gravidanza e interventi di primo soccorso. Inoltre, devono essere previsti protocolli chiari per la gestione di eventuali emergenze.
Distanza dall’ospedale e protocolli di emergenza
Le strutture devono trovarsi a una distanza massima stabilita dall’ospedale di riferimento: ad esempio, nel Lazio non oltre 30 minuti. Ogni casa maternità deve avere già individuato un ospedale di riferimento e procedure concordate per il trasferimento immediato in caso di complicazioni.
Il caso di Roma e la neonata morta in una casa maternità
Cosa è successo nel quartiere Testaccio
Venerdì 12 settembre, a Roma, una neonata è morta poco dopo il parto nella casa maternità “Il Nido” nel quartiere Testaccio. Secondo le prime ricostruzioni, la bambina “quando è nata non si muoveva” e, nonostante i tentativi di rianimazione e l’intervento del 118, non è stato possibile salvarla.