Oggi sono fortunatamente meno implosa e stanca di ieri… il che è strano, visto anche che stanotte ho dormito a malapena 4 ore, ma va bene così. Tuttavia, questo vuol dire che non ho proprio nulla di cui lamentarmi, e quindi ancora meno da raccontare, e che disastro e che male al cuore… (Ed ecco che magicamente starei in effetti facendo uscire una lamentela nuova di zecca dritta fuori dal mio culo, ma fare così equivarrebbe a imbrogliare, quindi evito.) 😩
Le sole cose spassose che posso raccontare oggi, allora, sono di quella categoria che credo interessi solo ai pazzi; ossia, gli autobus. Mi chiedevo, precisamente… com’è che sembra che la probabilità di incontrare gli autobussyni più vecchi aumenti tanto più si prendono corse tendenzialmente meno frequentate? Nel senso, sarà per caso un caso… oppure, nei limiti del possibile, verrà fatto apposta di piazzare i mezzi meno scassati negli orari più di punta (…eccetto per una specifica corsa la sera, che magicamente riesce a fare sempre eccezione a questa regola, per cui serve molta gente ma il pullman è vecchio e consumato)…? E sarà questo fatto per dare una falsa impressione di ottimo servizio ai più statisticamente ignari… o ci sarà dietro un motivo altruistico, del tipo di evitare che siano proprio i mezzi con più gente dentro a rischiare di avere disservizi in viaggio…? 👻
Vabbé, non so perché mi è salito proprio questo pensiero, proprio oggi pomeriggio, al mio ritorno a casa, tra tutti i possibili in cui potevo finire sommersa… posso supporre che sia perché oggi, su 2 autobus totali, ho beccato sempre e solo dei vecchi. Anzi, in realtà 3 bus… perché il primo stamane l’ho perso per appena 5-10 secondi, perché per qualche motivo non aveva la scritta SITA dal lato in cui l’ho visto passare (o forse sono io che alle 8 di mattina non ci vedo… ma mi pare strano, perché invece quella “cotrac” l’ho letta), quindi non ho accelerato il passo quando dovevo, accorgendomi solo troppo tardi che quello era il mio autobus, e solo per aver intravisto salire una particolare persona che non conosco che lo prende sempre alla mia stessa fermata alla mia stessa ora (…e giuro che la situazione è meno creepy di quanto sembra a dirla così, non chiamate la polizia)… ma non voglio lagnarmi stavolta, ho detto, tanto ho accettato che sono una frana ad esistere. 😈
Comunque, l’autobus vecchio ha delle sue vibe a dir poco particolari che, certamente, non disprezzo affatto. Certo, quello con luci da gaming e porte USB per scroccare corrente ha un fascino irreplicabile, e quello che sa di nuovo con le sedute belle spaziose altrettanto, ma ogni tanto è bello anche cambiare aria… Oddio, farei volentieri a meno della puzza di piscio proveniente dai posti più in fondo… — e ok, un viaggio così da cesso mi è per fortuna capitato solo una volta l’anno scorso (o forse era due anni fa? …la cosa mi avrà microtraumatizzata al punto che il ricordo mi si è già corrotto?), e poi mai più ho sentito tanfi di quel tipo in autobus, ma il solo stare nell’ambiente mi riporta un minimo a quel momento, che non è proprio il massimo. Però dai, nel bus vecchio c’è pure un altro odore di stagionatura, lievemente meno disgustoso, ossia quello delle rivestiture interne (e nello specifico credo, ma non ne sono sicura, di tutta la gomma) consumate e bruciate dal sole nel corso dei decenni. 😳
A parte gli scherzi: si, le sensazioni dell’autobus vecchio, per quanto fin troppo memabili, hanno comunque qualcosa di speciale per me. Sarà perché al primo anno tornavo spesso a casa dall’università ad ora di pranzo, come piace a me, e quindi capitavano fin troppo spesso proprio i pullman vecchi, proprio come ancora adesso sembra comune a quell’ora per almeno metà delle volte (mentre, ad altre ore, per l’appunto, no; appaiono i modelli più wow). Sarà perché, forse per via delle ampie vetrate, a mezzogiorno entra molto sole, e gli interni si riscaldano, ed il mio lato piantifero di questo ne godrà senza nemmeno accorgersene. E poi, in generale, quel tale aspetto così rustico fa un effetto così tanto italiano e casalingo… tra i tasti di stop che non funzionano, le vetrate con la condensa dentro (e, a volte, pure i fiumi), le viti che mancano in certi punti secondari (…zio bullone), quindi la struttura che in generale si presenta molto traballante, ed il motore greve che ci aggiunge il suo per far tremare bene tutto pure da fermo; in generale, un vecchiume e una trasandatezza che fanno un po’ femcel-core (…octo-core). 😻
Ma, infine, beh… Se tali dettagli sono di serie su ognuno di questi mezzi d’altro secolo, ogni tanto, la fortuna fa apparire ai miei occhi anche particolarità più uniche e speciali… come questa scritta, affianco al mio posto di oggi: “SALERNO MERDA“. E beh, beh… ho l’impressione che qualche buontempone l’abbia depositata con l’intento di suscitare ira, ma… c’è per caso una singola anima qui, o sul pullman in questione, inorridita da ciò? Il bro — perché si, sarò misandrica di nuovo, ma dubito che possa essere stata una donna a scrivere qualcosa del genere sulle mura di una stanza su ruote — ha oggettivamente sputato fatti; chi sa, sa. Quanto ci sarebbe ordunque da fantasticare anche su tutte le strade e i comuni di ‘sto cazzo che questo pullman ha visto, nella sua lunga vita, in cui avrà sicuramente fatto tante e tante tratte oltre a quella in cui, proprio oggi, mi ha servita… ed egregiamente, nonostante i pezzi che mancano e la copertura dell’appoggio per la salita che, in foto si intravede, è mezza strappata. 🥴
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