Perché il rover Perseverance fotografa di continuo un piccolo labirinto?

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HDblog.it Jun 09, 2025 · 2 mins read
Perché il rover Perseverance fotografa di continuo un piccolo labirinto?
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Chi è abituato a visitare il sito ufficiale NASA, quello in cui si trovano le immagini RAW in arrivo da Marte, avrà sicuramente notato alcuni scatti molto particolari. Tra le tante immagini inviate a Terra dal rover Perseverance, una in particolare ha attirato l’attenzione degli appassionati: un piccolo e complesso labirinto inciso su una piastra metallica. Nessuna strana struttura marziana, nessun simbolo alieno: si tratta invece di un elemento fondamentale per uno degli strumenti scientifici più avanzati del rover, noto con il curioso acronimo SHERLOC.

SHERLOC, che sta per Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics and Chemicals, è stato progettato per analizzare le rocce marziane e rilevare composti organici che potrebbero indicare la presenza di vita microbica passata. Per farlo con precisione, ha bisogno di una calibrazione regolare e accurata. Ed è qui che entra in gioco il famoso labirinto: una delle dieci "calibration targets", ovvero superfici di riferimento utilizzate per tarare lo strumento.

Montato su un braccio robotico lungo circa 2,1 metri, SHERLOC utilizza tecniche spettroscopiche, in particolare la spettroscopia Raman e la fluorescenza, per identificare la composizione chimica dei materiali. Ogni volta che deve controllare la qualità dei suoi dati o correggere piccoli disallineamenti del laser, torna a fotografare queste piastre di calibrazione, che si trovano sul corpo anteriore del rover.

Il piccolo labirinto, inciso con linee cromate spesse solo 200 micron — poco più del doppio del diametro di un capello umano — su vetro di silice, non è solo un omaggio al detective di Baker Street. Il suo design complesso e privo di schemi ripetitivi permette di valutare la messa a fuoco e l’allineamento del laser con altissima precisione. Proprio al centro, un altro dettaglio sorprendente: il ritratto in miniatura di Sherlock Holmes, inciso con linee spesse appena 50 micron, perfettamente distinguibile nelle immagini spettroscopiche.

Ma la piastra non ospita solo il labirinto. Nella parte superiore, troviamo materiali utilizzati per calibrare le lunghezze d’onda e verificare la salute generale dello strumento: dischi di nitruro di alluminio e gallio su zaffiro, un materiale chiamato Diffusil che riflette la luce ultravioletta e persino un meteorite marziano autentico, SaU008, utile per confronti diretti con la geologia del pianeta.

Sotto il labirinto, invece, si trovano campioni di materiali usati nelle tute spaziali: Teflon, Gore-Tex, Kevlar e altri tessuti tecnici. Questi servono non solo per calibrare SHERLOC, ma anche per studiare come si comportano nel duro ambiente marziano, informazione indispensabile in vista di future missioni con equipaggio umano. Uno dei bersagli, infine, è stato persino pensato come "geocache marziano", un riferimento giocoso che rimanda ancora una volta a Sherlock Holmes.

A completare la strumentazione c’è anche una fotocamera grandangolare, utilizzata per monitorare la posizione del target. E non poteva che chiamarsi WATSON, in perfetto stile investigativo. Un accostamento che strappa un sorriso, ma che serve soprattutto a ricordare che dietro a ogni immagine inviata da Perseverance, anche la più curiosa, c’è sempre una precisa funzione scientifica.