Nella notte del 12 agosto, sotto il cielo del deserto egiziano, la pioggia di meteore Perseidi ha regalato uno spettacolo raro e suggestivo. Il fotografo Osama Fathi è riuscito a catturare con il suo obiettivo scie luminose che attraversano la fascia brillante della Via Lattea, proprio sopra le rovine di Soknopaiou Nesos, un antico insediamento dedicato al dio-coccodrillo Soknopaios, situato nell’oasi del Fayyum a nord del lago Qarun.
La scena ha una forza evocativa particolare: colonne spezzate e pietre antiche emergono dal buio, mentre dal cielo arrivano bagliori improvvisi che sembrano collegare l’universo al passato millenario di quel sito. La presenza della Luna, già in fase calante e piuttosto luminosa, ha reso visibili soltanto le meteore più brillanti, ma ciò non ha impedito agli appassionati di astronomia e agli astrofotografi di ottenere immagini di grande fascino.
Fathi ha spiegato di aver realizzato un composito di più scatti con una fotocamera Nikon Z6 e un obiettivo grandangolare Nikkor da 14-24 mm. Per cogliere la debole luce della Via Lattea ha utilizzato esposizioni lunghe da 25 secondi, mentre per le meteore ha scelto tempi più brevi con un’alta sensibilità ISO, necessaria per non perdere i lampi fugaci delle Perseidi. Il risultato è un mosaico in cui il cielo sembra un fiume di stelle che scorre sopra i resti di un’antica civiltà.
Il sito da cui è stata realizzata la foto, noto anche come Dimeh es-Seba, risale al III secolo a.C., in piena epoca tolemaica. Allora era un centro religioso di rilievo, con un grande tempio in onore di Soknopaios, divinità raffigurata con corpo di coccodrillo e testa di falco. Oggi quelle stesse rovine, immerse in un silenzio quasi irreale, hanno fatto da cornice a uno degli eventi astronomici più attesi dell’anno.
Le Perseidi, infatti, sono considerate la pioggia di meteore più spettacolare dell’estate. Ogni agosto la Terra attraversa i detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, e le minuscole particelle che entrano nell’atmosfera a velocità di oltre 200.000 km/h si incendiano, producendo le tipiche scie luminose. Nonostante la Luna abbia disturbato l’osservazione di quest’edizione, in condizioni ideali si possono contare fino a 100 meteore all’ora.