Piante più attive, mari in affanno: la fotosintesi globale cambia

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HDblog.it Aug 21, 2025 · 2 mins read
Piante più attive, mari in affanno: la fotosintesi globale cambia
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Sta emergendo un quadro sorprendente sulla fotosintesi globale, grazie a un recente studio pubblicato su Nature Climate Change. Analizzando quasi vent’anni di dati satellitari, un gruppo di ricercatori guidati da Yulong Zhang della Duke University ha scoperto che la capacità degli ecosistemi di trasformare la luce del Sole in energia e biomassa è aumentata sensibilmente, ma con una forte differenza tra terra e mare.

Tra il 2003 e il 2021, gli organismi fotosintetici hanno assorbito in media 0,2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in più ogni anno. Un incremento significativo, che si traduce in un contributo importante al rallentamento del cambiamento climatico. Tuttavia, i benefici non sono distribuiti uniformemente: mentre sulla terraferma la fotosintesi mostra un trend in crescita, negli oceani si osserva un calo. A quanto pare il segreto di questa divergenza sta nelle condizioni climatiche.

Sulle terre emerse, soprattutto alle alte latitudini boreali e temperate, l’aumento delle temperature ha reso le stagioni di crescita più lunghe e favorevoli, stimolando lo sviluppo delle piante. In pratica, estati più miti e primavere anticipate hanno permesso a foreste e prati di intensificare la loro attività fotosintetica. Nei mari, invece, lo stesso riscaldamento ha generato l’effetto opposto. Nelle regioni tropicali e subtropicali, in particolare nell’Oceano Pacifico, il fitoplancton ha ridotto la sua efficienza, portando a un calo stimato di 0,1 miliardi di tonnellate di carbonio all’anno.

Le osservazioni satellitari sono state fondamentali per arrivare a queste conclusioni, infatti, misurando la clorofilla nelle foglie e nei microrganismi marini, i ricercatori sono stati in grado di stimare in tempo reale l’intensità del processo fotosintetico. Wenhong Li, coautore dello studio, ha spiegato come il riscaldamento globale stia letteralmente ridisegnando la geografia della produzione primaria: “Sulla terraferma le piante beneficiano di stagioni di crescita più lunghe, mentre negli oceani tropicali il calore riduce la vitalità del fitoplancton, con conseguenze potenzialmente rilevanti per l’intera catena alimentare marina”.

Il risultato è un mondo in cui la fotosintesi si rafforza nei boschi e nelle praterie, ma si indebolisce nelle acque calde, con possibili impatti sugli equilibri futuri del clima e della biodiversità. E così da un lato le piante terrestri sembrano compensare parte delle emissioni umane, ma dall’altro la riduzione della produttività oceanica solleva interrogativi sulla capacità del mare di continuare a essere un grande serbatoio di carbonio.