Pirateria audiovisiva in Italia: in calo nel 2024 ma danni superano 2 miliardi di euro

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HDblog.it Jun 18, 2025 · 8 mins read
Pirateria audiovisiva in Italia: in calo nel 2024 ma danni superano 2 miliardi di euro
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Nel corso del 2024, il 38% della popolazione italiana adulta ha fruito almeno una volta di contenuti audiovisivi in maniera illecita. Film, serie e fiction, programmi televisivi ed eventi sportivi live rappresentano i principali ambiti di consumo pirata, con una stima complessiva di circa 295 milioni di atti di pirateria compiuti durante l'anno. A rivelarlo è l'ultima indagine FAPAV/Ipsos, presentata il 18 giugno 2025 a Roma in occasione dell'evento "Stati Generali della Lotta alla Pirateria tra Legalità, Sicurezza e Intelligenza Artificiale", svoltosi presso l'Aula Magna "Carlo Mosca" della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia.

L'analisi evidenzia una leggera flessione sia nel numero degli utenti coinvolti sia nel volume degli atti illeciti, in calo dell'8% rispetto al 2023 e del 56% rispetto al 2016, primo anno di rilevazione. Tuttavia, il fenomeno resta profondamente radicato e dannoso. Il 2024 ha infatti registrato una perdita complessiva di fatturato per il sistema economico italiano pari a circa 2,2 miliardi di euro, con una riduzione del PIL stimata in 904 milioni e oltre 12.100 posti di lavoro potenzialmente a rischio.

PRINCIPALI MODALITÀ DI CONSUMO E IL PROFILO DEI PIRATI

I contenuti maggiormente colpiti dalla pirateria restano i film, fruiti in modo illecito dal 29% della popolazione adulta, seguiti da serie e fiction (23%), programmi televisivi (22%) ed eventi sportivi live (15%). Quest'ultima categoria, seppur meno diffusa rispetto alle altre, ha un impatto economico particolarmente rilevante, anche perché legata in gran parte alla trasmissione di contenuti pay-per-view. All'interno dello sport, il calcio si conferma il principale veicolo di pirateria, seguito dalla Formula 1, dal tennis e dalla MotoGP, discipline che attraggono un'utenza ampia e fidelizzata.

Quanto alle modalità di accesso, i canali più utilizzati sono le IPTV illegali, scelte dal 22% degli utenti, che offrono a pagamento l'accesso a contenuti audiovisivi disponibili normalmente solo su piattaforme legali. Seguono lo streaming diretto (18%), il download tramite peer-to-peer (15%), la fruizione attraverso social network (13%) e le app di messaggistica istantanea (10%), a conferma di un comportamento digitale sempre più frammentato e trasversale. Secondo le stime, circa 15 milioni di italiani nel 2024 hanno utilizzato almeno una volta un servizio IPTV non ufficiale. Tra questi, il 70% riconosce il potenziale danno che tali pratiche arrecano all'economia e al settore audiovisivo, ma il 45% continua a non percepire questa condotta come un vero e proprio reato.

Il profilo del pirata digitale italiano appare ormai definito e sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti. A farne parte sono principalmente individui sotto i 35 anni (39%), occupati (60%) e con un livello di istruzione superiore alla media, con una percentuale di laureati che raggiunge il 21%. Dal punto di vista geografico, la diffusione del fenomeno è più accentuata nel Sud Italia e nelle Isole, dove l'incidenza raggiunge il 40%, a fronte di una minore penetrazione nelle regioni del Centro-Nord.

ADOLESCENTI: PIRATERIA IN CALO, MA ANCORA DIFFUSA

Un'attenzione particolare è riservata nello studio alla fascia d'età compresa tra i 10 e i 14 anni, quella dei cosiddetti giovanissimi, che rappresentano un segmento strategico per l'analisi dei comportamenti digitali futuri. Nel 2024, all'interno di questa categoria si è registrata una flessione significativa degli atti di pirateria, in calo del 14% rispetto all'anno precedente, per un totale stimato di 17,7 milioni di accessi illeciti a contenuti audiovisivi. Nonostante la contrazione, l'incidenza complessiva resta elevata: circa il 40% degli adolescenti italiani in questa fascia ha compiuto almeno un atto di pirateria nell'arco dell'anno.

Sul piano della consapevolezza, il 75% dei giovani pirati sa che queste condotte costituiscono un reato, ma solo il 61% ritiene probabile poter essere scoperto o sanzionato, a conferma di una percezione del rischio ancora limitata e spesso sottovalutata. Analizzando le preferenze di consumo, emerge una diminuzione sensibile dell'incidenza della pirateria sui film, mentre restano stabili i dati relativi allo sport live e alle serie o fiction televisive, contenuti che continuano a esercitare un forte richiamo anche tra i più giovani.

DANNI ECONOMICI: IMPATTO SISTEMICO SU ECONOMIA NAZIONALE

Il danno economico associato alla pirateria audiovisiva nel 2024 è stato rilevato con estrema precisione e dettaglio analitico. Per quanto riguarda film e serie/fiction, si stimano circa 61 milioni di fruizioni legali perse, con un impatto diretto in termini di fatturato mancato pari a 530 milioni di euro. Se a questo dato si aggiunge il potenziale rappresentato dalle offerte legali che avrebbero potuto essere sottoscritte e mantenute per l'intero anno – e che invece non si sono concretizzate a causa del consumo illecito – la stima complessiva del danno sale a 778 milioni di euro, in lieve crescita rispetto al 2023 (+1%).

Ancora più rilevante è l'aumento delle perdite nel comparto dello sport live, dove a fronte di 12 milioni di fruizioni perse si registra un danno economico pari a 350 milioni di euro, con un incremento del 23% rispetto all'anno precedente. La particolare vulnerabilità di questo settore, spesso legato a contenuti trasmessi in esclusiva e a pagamento, rende l'impatto della pirateria ancora più critico e immediato.

Se si estende l'analisi all'intero spettro dei contenuti audiovisivi – film, serie/fiction e sport live – le ripercussioni per l'economia italiana risultano particolarmente gravi. Le stime parlano infatti di una perdita complessiva di fatturato pari a circa 2,2 miliardi di euro, non limitata alle sole industrie culturali ma estesa a vari settori collegati. A questa cifra si associano un mancato gettito fiscale stimato in 407 milioni di euro e un rischio occupazionale pari a oltre 12.100 posti di lavoro, un dato in crescita rispetto al 2023 che testimonia l'effetto a catena generato dalla diffusione delle pratiche illecite nel mercato digitale.

EFFICACIA DELLE MISURE ANCORA DA RAFFORZARE

Sebbene una larga maggioranza della popolazione italiana sia consapevole del fatto che la pirateria costituisce un reato — il 78% tra gli adulti e il 75% tra gli adolescenti — questa consapevolezza non si traduce automaticamente in una reale percezione del rischio o delle conseguenze. Solo il 56% dei pirati adulti ritiene infatti plausibile essere scoperto o sanzionato per la propria condotta, una percentuale che sale lievemente al 61% tra i più giovani. Si tratta di dati che confermano una percezione di impunità ancora diffusa, spesso accompagnata da una sottovalutazione dell'impatto sociale ed economico delle pratiche illecite.

A confermarlo è anche il fatto che il 58% dei pirati non considera particolarmente dannoso l'atto di fruire illegalmente di un contenuto audiovisivo, e che ben il 70% non è pienamente consapevole delle ricadute occupazionali che tali comportamenti possono generare, ignorando che ogni fruizione illegale si traduce in una perdita concreta per migliaia di professionisti del settore.

In questo contesto, la legge antipirateria entrata in vigore nell'agosto 2023 rappresenta uno strumento cruciale, ma ancora poco conosciuto nei suoi aspetti operativi. Nonostante il 70% degli italiani dichiari di esserne a conoscenza — un dato in netto aumento rispetto al 2023, con un incremento di quasi 20 punti percentuali — solo una ristretta quota del campione (14%) afferma di conoscerne realmente i contenuti. Inoltre, il 42% della popolazione manifesta scetticismo sull'efficacia reale della normativa, ritenendo che esistano comunque metodi per aggirarla. Un segnale evidente della necessità di rafforzare la comunicazione istituzionale e la sensibilizzazione, affinché il quadro normativo non venga percepito come simbolico, ma come un vero deterrente in grado di incidere sui comportamenti.

PIRACY SHIELD: STRUMENTO STRATEGICO ANCORA IN EVOLUZIONE

A partire da febbraio 2024 è pienamente operativa Piracy Shield, la piattaforma nazionale progettata per contrastare in tempo reale la diffusione illegale di contenuti sportivi live. Il sistema consente di intervenire in modo rapido e automatizzato, bloccando entro un massimo di 30 minuti la trasmissione illecita di eventi sportivi online, in applicazione delle disposizioni previste dalla Legge 93/2023. Attualmente il suo campo d'azione è limitato allo sport, ma è già in corso una consultazione pubblica avviata da AGCOM, finalizzata ad ampliare il perimetro di intervento anche ai contenuti audiovisivi di prima visione, in particolare film e serie/fiction, che rappresentano un'altra fetta significativa del mercato colpito dalla pirateria.

I dati raccolti dall'indagine FAPAV/Ipsos mostrano un'ampia approvazione nei confronti della piattaforma: il 79% degli italiani la considera uno strumento efficace nella lotta alla pirateria audiovisiva, mentre tra coloro che nel 2024 hanno fruito illecitamente di eventi sportivi, ben il 71% ne riconosce la validità e la rilevanza operativa. Ancora più significativo è il comportamento rilevato tra gli utenti esposti all'azione di blocco: il 47% di coloro che si sono trovati di fronte a un sito oscurato ha deciso di rivolgersi a fonti legali per continuare la visione. Un dato che conferma il potenziale deterrente di Piracy Shield e la possibilità, concreta, che strumenti tecnologici efficaci possano favorire un cambiamento strutturale nei comportamenti degli utenti, a condizione che siano affiancati da una chiara strategia comunicativa e da un adeguato livello di enforcement.

IL COMMENTO DI FAPAV E IPSOS

Nel suo intervento, il Presidente FAPAV, Federico Bagnoli Rossi ha ribadito la necessità di rafforzare la deterrenza e l'efficacia degli strumenti in campo:

Il fenomeno della pirateria vive una fase di trasformazione, ma la sua gravità resta intatta. È fondamentale che Piracy Shield venga esteso anche ai contenuti audiovisivi di prima visione. Occorre continuare a lavorare congiuntamente con forze dell'ordine, magistratura e istituzioni per contrastare ogni forma di pirateria e sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore della legalità, anche attraverso progetti come "We Are Stories", che racconta il percorso di giovani professionisti del settore