Pirateria online, rapporto MUSO: l'Italia fuori dalla Top 15, ma domanda resta alta

https://www.hdblog.it/applicazioni/articoli/n623410/pirateria-online-litalia-fuori-top-15/

HDblog.it Jun 27, 2025 · 3 mins read
Pirateria online, rapporto MUSO: l'Italia fuori dalla Top 15, ma domanda resta alta
Share this

Il 2024 conferma come la pirateria resti una dinamica viva anche in mercati maturi come quello italiano, nonostante un leggero calo complessivo delle visite ai siti non autorizzati. A livello globale, i dati raccolti da MUSO, società specializzata nell'analisi del traffico verso piattaforme pirata e nella fornitura di soluzioni di protezione per i titolari dei diritti, evidenziano 216,3 miliardi di visite a siti di pirateria, in calo del 5,7% rispetto al 2023. Tuttavia, all'interno di questa flessione generale, emergono andamenti divergenti: la TV si conferma la categoria più piratata con quasi 97 miliardi di accessi, mentre l'editoria digitale cresce e tocca i 66,4 miliardi di visite, segnando un +4,3% su base annua.

Un dato interessante riguarda proprio la posizione dell'Italia nel quadro globale: il nostro Paese non compare tra i primi quindici per traffico complessivo e nemmeno per pirateria editoriale. L'Italia emerge solo nella parte bassa delle classifiche quando si guarda ai contenuti audiovisivi — film, serie TV e sport in diretta — piazzandosi intorno al quattordicesimo posto con una quota di circa l'1,68% del traffico mondiale. Una quota modesta, soprattutto se confrontata con mercati vicini come Regno Unito, Germania e Francia, tutti in Top 10. A dominare la classifica restano Stati Uniti, India e Russia, seguiti da Indonesia, Turchia e Canada, segnale di come il fenomeno sia legato anche a fattori demografici ed economici.

TV, ANIME E MANGA: DOMANDA SUPERA OFFERTA LEGALE

In Italia, come nel resto del mondo, la pirateria televisiva continua a prosperare spinta dalla frammentazione dell'offerta ufficiale. Serie, Anime e sport live, distribuiti su più piattaforme e soggetti a restrizioni geografiche o finestre di uscita differenziate, spingono una quota di pubblico a rivolgersi a fonti non autorizzate. Secondo MUSO, i contenuti TV rappresentano da soli oltre il 44% del traffico pirata globale, con l'Anime che incide per oltre un quarto sul totale di questa categoria. I ritardi nella localizzazione e la diffusione di versioni fan-subbed alimentano una domanda che le uscite regolari faticano a intercettare.

Anche l'editoria digitale mostra un trend in controtendenza: il successo mondiale del Manga spinge oltre il 70% del traffico pirata del settore publishing. In Italia l'interesse per fumetti giapponesi resta altissimo, favorito da traduzioni non ufficiali che spesso precedono di mesi le edizioni ufficiali. A questo boom contribuisce la crescita delle web novel e dei canali di auto-pubblicazione, che portano online storie difficilmente reperibili nel circuito tradizionale.

ABBONAMENTI E PIATTAFORME FRENI ALL'ILLECITO

Diverso l'andamento per film, software e musica, settori in cui modelli in abbonamento e piattaforme consolidate mostrano la loro efficacia. La pirateria cinematografica globale registra un calo del 18% rispetto al 2023, complice un calendario di uscite più scarno per effetto degli scioperi a Hollywood e la diffusione crescente delle prime visioni in streaming.

La musica perde quasi il 19% del traffico pirata, grazie alla capillarità di servizi come Spotify e Apple Music, che hanno ridotto drasticamente lo stream ripping. Anche il software segna una flessione, seppur più contenuta (-2,1%), favorita dalla transizione verso licenze cloud e modelli di sottoscrizione, anche se persistono criticità sulle app mobili e sulle politiche di prezzo differenziate

Il quadro delineato da MUSO ribadisce che la pirateria, anche in Italia, non rappresenta un rifiuto del consumo legale, ma piuttosto un segnale di domanda insoddisfatta. La frammentazione dell'offerta streaming, i ritardi distributivi e le restrizioni geografiche continuano a lasciare spazi aperti all'accesso illecito, specie per contenuti seriali e Anime. Al contrario, la musica e il software dimostrano come un'alternativa legale, se semplice e competitiva, riesca a ridurre drasticamente il fenomeno. Resta la sfida per editori, distributori e major: colmare questi vuoti per intercettare una platea che, dati alla mano, non smette di cercare contenuti — anche se altrove.