Pixar promuove “Elio” al Cinema in HDR… ma non in Italia

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HDblog.it Jun 17, 2025 · 5 mins read
Pixar promuove “Elio” al Cinema in HDR… ma non in Italia
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Nella sua più che centenaria storia, il Cinema è stato l’emblema di un’espressione culturale e di svago condivisa, capace di regalare un’esperienza unica e coinvolgente per gli spettatori. In poche parole, ciò che gli anglosassoni definiscono come “Entertainment”.

Per tutto il ‘900 e i primi anni del XXI secolo, il Cinema ha anche dettato l’agenda dell’evoluzione tecnologica audio-visiva. A livello “consumer” casalingo non esistevano lontanamente soluzioni in grado di competere con l’esperienza cinematografica in sala: vuoi per dimensioni, qualità delle immagini, nonché coinvolgimento sonoro.

Con l’avvento della “digitalizzazione”, il divario tecnologico tra “Cinema in sala” e “Cinema in casa” si è via via ridotto, fino ad arrivare all’introduzione dell’HDR, che ha sancito il primato del mondo “consumer” rispetto alle sale cinema. Sì, perché mai prima d’ora una tecnologia audio-visiva fece il suo debutto e raggiunse la notorietà tra le mura di casa, piuttosto che in sala. Oggi come oggi diamo tante cose per scontate, ma basti pensare al formato 16/9, al 3D, al 2K, al 4K, all’audio 5.1 / 7.1, alle codifiche Dolby Digital o DTS, fino ad arrivare al Dolby Atmos: tutte soluzioni nate per le sale cinema e poi giunte progressivamente nelle nostre case.

Con l’HDR, l’industria del cinema si è ritrovata, per la prima volta, ad inseguire la controparte “consumer”. A voler essere precisi, non è del tutto vero, visto che il primo “standard” HDR fu il Dolby Vision che fece il suo debutto alla fine del 2014, con la prima sala “Dolby Cinema” del Bioscopen Cinema di Eindhoven (in Olanda). Ma il Dolby Vision non nacque in quell’occasione, bensì 5 anni prima quando Dolby e l’italianissima SIM2 (ebbene sì, possiamo dire che l’HDR partì da Pordenone) presentarono il display “Solar”, un LCD da 47 pollici Full HD, Full Array Local-Dimming da oltre 2200 LED e ben 4.000 nit di picco di luminanza HDR (sì, eravamo ancora nel 2009). Un prototipo che diede poi vita alla costosissima serie monitor professionali SIM2 HDR47 (da 2500 fino a 6000 nit di picco), utilizzati in ambienti di simulazione e dalla stessa Dolby come piattaforma di test degli algoritmi di tone-mapping HDR e che fecero da apripista per tutti gli attuali TV 4K HDR “consumer”.

L’HDR, come lo conosciamo oggi, debuttò quindi su display e non in proiezione e, sebbene Dolby introdusse il Dolby Vision per la prima volta in sala proprio con un sistema di videoproiezione DLP a “doppia modulazione” (sviluppato da Christie), questa versione viene definita come EDR (Extended Dynamic Range) perché “limitata” a picchi fino a 108 nit. L’HDR casalingo deve il suo successo allo standard HDR10, introdotto nel 2015, poi democratizzato grazie ai dischi Ultra HD Blu-ray (nel 2016, includendo anche l’opzionale supporto all’HDR Dolby Vision), soprattutto allo streaming (inizialmente grazie a Netflix) e ai vari televisori OLED, LCD FALD LED, LED Edge, QLED e MiniLED con prestazioni di picchi di luminanza HDR (siamo ormai arrivati a oltre 5000 nit) e diagonali (sia è arrivati a 115 pollici e presto anche 130) via via sempre crescenti.

Ed è proprio in questi anni (complici anche il COVID e l’adozione dello streaming con “finestre” sempre più ridotte) che l’industria delle sale cinema sembra essersi avviata a una crisi senza fine. Migliaia di chiusure sale in tutto il mondo con ormai pochi film “campioni d’incasso” capaci di sostenere il “carrozzone” (anche per colpa di un’offerta ormai davvero arida di idee) e una conseguente scarsa propensione da parte degli esercenti ad investire, specie in costose tecnologie. Ciò nonostante l’industria, seppur con un certo ritardo, uno standard HDR cinematografico “aperto” se l’è finalmente dato, ma è al momento appannaggio dei soli LED Wall Display, come i “Cinema LED Onyx” di Samsung da poco rinnovati e capaci ora anche di “proiezioni” in 4K HDR fino a 120Hz.

Display LED che consentono un’esperienza HDR fino a 300 nit di picco su schermi da 5, 10, 14 e 20 metri di base, ma che sono presenti in poco più di 100 installazioni in tutto il mondo. Ancora nessuna in Italia, così come non esistono strutture dotate di una sala Dolby Cinema (vi basti pensare che in Francia ne sono state aperte 12, di cui 3 solo a Parigi).

Eppure Disney, e la sua divisione Pixar in particolare, ha deciso di promuovere l’HDR in sala annunciando il nuovo film di animazione “Elio” (in uscita il 18 giugno in Italia) in specifica versione “DCI HDR” pensata proprio per una visione HDR da 300 nit sui LED Wall Display e, in particolare, gli Onyx di Samsung.

Pixar non è nuova all’HDR in sala per i suoi titoli, avendo già rilasciato in forma sperimentale i precedenti lungometraggi “Inside Out 2” ed “Elemental” (nonché riedizioni cinema post-COVID di “Soul”, “Luca” e “Red”), ma da ora in poi tutti i nuovi film saranno pensati per l’HDR da 300 nit e ufficialmente rilasciati in tale formato (oltre che in Dolby Vision “Dolby Cinema” e tutti i “classici” formati SDR, IMAX incluso), con uno schermo Samsung Onyx di ultimissima generazione che verrà installato direttamente nel quartier generale dei Pixar Animation Studios ad Emeryville (California).

Massima esperienza in sala riservata a pochi fortunati in tutto il mondo, mentre in Italia per l’HDR toccherà come sempre aspettare la disponibilità in streaming su Disney+, da vedere su televisore o videoproiettore HDR. Che non offriranno ancora l’esperienza “mega schermo” e coinvolgimento sonoro dei Cinema, ma se pensiamo che solo in Italia si sono già venduti oltre 80.000 TV da 85 pollici in su, forse si spiega in parte la crescente difficoltà delle sale…